Anticipiamo qui l’articolo che uscirà sul Diciotto di settembre perchè offre spunti di riflessione per le vacanze. Nella foto, un sabato pomeriggio al Gabbiano.
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di Giacomo Marinini
Persone credenti oppure no, davanti al pensiero di Carlo Maria Martini non possono che dire: certo colto, ma anche fraterno e rispettoso con chi aveva opinione diversa dalla sua. Ed è infatti in questo momento di vacanza che mi viene in mente la sua Pastorale del 15 di febbraio 1985 dal nome “Farsi Prossimo”. Prima di allora l’essere di aiuto era fare l’elemosina. Carla Maria Martini invece lanciò ai credenti, a chi è nella realtà civile e anche ai laici, l’invito a fare attenzione agli ultimi e a chi non ha voce. Così come nell’episodio evangelico del Buon Samaritano. Il protagonista è colui che si ferma e diviene prossimo dell’uomo assalito dai briganti, vede il suo stato, si prende cura di lui, lo mette sulla sua giumenta e lo porta in una locanda. All’oste dice di curarlo con i suoi denari che gli lascia. E badate bene il samaritano era un pubblicano, cioè un esattore delle tasse, mentre l’uomo assalito dai briganti era ebreo e tra loro non erano in sintonia. Prima del Samaritano un sacerdote e un levita (un frequentatore del Tempio) avevano visto l’uomo ferito, ma non si erano fermati ad assisterlo ed erano passati oltre. Così mi è tornato in mente che poi la pastorale “Farsi prossimo” entrò nelle chiese del decanato e la conseguenza fu che si formarono diversi “gruppi H” cioè gruppi Handicap. In piazza S. Apollinare 1, grazie a Teresa Bonfiglio, Edda Tioli ed altri ancora, iniziò il percorso di quella che nel 1987 sarebbe diventata l’Associazione Il Gabbiano-Noi Come gli Altri, con il primo presidente Rosanna Bonora una persona in carrozzina. Oggi l’associazione ha 60 volontari, 75 soci sostenitori e continua per la propria strada, fatta di persone che sono religiose e di altre che sono laiche. Insieme si affrontano tanti problemi nella consapevolezza che prima di tutto è il “bisogno” il protagonista, cioè la volontà di dare aiuto fraterno senza domandarsi cosa poi succederà. Lo abbiamo appunto appreso da Teresa che con il suo esempio ci ha aiutato nella nostra crescita e quindi, come diceva Lei, mai fermarsi e dire ”mi conviene” oppure “non mi conviene”… questi calcoli lasciamoli a chi, dentro di sé, si sente solo un professionista del sociale. Proprio nel mese di marzo abbiamo somministrato un questionario ai volontari, alla presenza della nostra psicologa come moderatrice, ed è uscito fuori tra le altre cose che ”Mi fa star bene, sono sereno, mi sento utile”. Questo è quanto il volontario riceve perché anche lui ha un ritorno nel fare. Il volontariato è quindi un grande insegnamento ed è nella Pastorale di Carlo Maria Martini, ma Lui l’aveva capito bene e lo ha sollecitato a tutti, anche se la parabola evangelica è di 2000 anni fa!