L’Unione Europea, forse in cerca di una comune identità, dedica ogni anno ad un tema. Il 2011 è l’Anno Europeo del Volontariato. Questi eventi non cambieranno forse profondamente lo stato delle cose, ma hanno certamente il merito di risvegliare l’attenzione dell’opinione pubblica su problemi specifici, di promuovere iniziative e progetti positivi e concreti sull’argomento proposto.
Anche a Milano ci si è mossi in questo senso. Il Ciessevi(Centro di Servizio per il Volontariato), pza. Castello,3-Mi, ha iniziato a sperimentare lo SVE(Servizio di Volontariato Europeo). Cosa è lo SVE? E’ un servizio dell’Agenzia Nazionale per i Giovani presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Accreditandosi presso l’Agenzia si dà la possibilità ai giovani di sviluppare esperienze europee di volontariato e fare uno scambio con giovani di altri paesi. L’accreditamento, per un’organizzazione di volontariato o un ente pubblico locale o regionale, può essere fatto come organizzazione di invio, di accoglienza e di coordinamento. La domanda può essere fatta per una delle tre opzioni o anche per tutte tre.
Il programma dell’Agenzia Nazionale si applica a giovani dai18 ai 30 anni e dura al massimo un anno. In caso di accreditamento e ad esempio di accoglienza di un volontario, si ha la presa in carico del giovane e lo si accompagna nel processo dell’anno di servizio, dandogli la possibilità di sperimentare processi di autonomia. Nel caso del Ciessevi, accreditato per tutte tre le opzioni, sono stati inviati e ricevuti 3 giovani.
Ma quale è il profilo del potenziale volontario europeo? Non credo vi sia un profilo ottimale, ma che qualunque giovane seriamente motivato e con spirito di iniziativa possa intraprendere questo percorso. L’esperienza finora ci ha detto che i giovani volontari europei sono superinformati e generalmente in quella fase della loro vita in cui non hanno ancora trovato una sistemazione lavorativa definitiva. Ma il desiderio che il servizio svolto possa fare curriculum non fa venir meno motivazioni di tipo volontaristico e solidaristico che sono sempre mescolate alla prima.
Che cosa potrebbe voler dire per un’associazione di volontariato come “Il Gabbiano-Noi come gli altri tutto questo? Innanzitutto uscire dai propri schemi sul volontariato tipo, mettendosi in relazione di partenariato con associazioni che portano la novità di culture diverse. Certo un passo simile va meditato molto seriamente. Chiunque fosse interessato e ci sta leggendo può contare su di noi facendo anche tesoro del coordinamento del Ciessevi che ha già un’esperienza in materia.
(Nello Dragonetti)