La passione senza condizioni, l’aderenza totale a un progetto diventato una parte di se stessi, il senso di appartenenza a un gruppo che non cerca applausi, ma che crede fortemente in quello che sta costruendo e va per la sua strada. La chiusura economica del Progetto Gabbiano 2000 riporta a galla per un momento un’eruzione vulcanica di emozioni che per cinque anni ha avvolto ogni cosa dentro di noi. Ciascuno dei mattoni della nuova struttura, l’intonaco giallo della ex-canonica, i lampioncini in giardino, persino il giardino stesso, raccontano a chi ha voglia di ascoltare che cos’è la passione per un’ideale e come quell’ideale può trasformarsi in una realtà. In una goccia nel mare del bisogno che però consente ad alcune persone che fanno più fatica a vivere di non essere sradicate dal proprio territorio, ma di poter continuare a vivere a casa propria, nel cuore di Baggio, quando non potranno più contare sui genitori. Dalla visibilità su internet a quella sul Diciotto, dalla commissione ricerca fondi alla stesura di un libro, dagli spettacoli al CAM Olmi alle coccarde e poi ancora le infinite partecipazioni alle feste di via, i calendari, il panino della solidarietà, gli spettacoli teatrali alla Cascina Linterno e a Quarto Cagnino. Ogni tanto qualcuno fa i complimenti e parla di sacrifici, di rinunce: la verità è che è stata una magnifica avventura, che ha permesso a chi ha scelto di affrontarla, e cioè ai volontari dell’Associazione “il Gabbiano noi come gli altri”, di dare un senso più profondo alla propria vita.
Quella struttura in via Ceriani è il frutto dell’amicizia, della serenità e degli insegnamenti involontari che persone come la Pinuccia, la Graziella e tutti gli altri amici in difficoltà, hanno dispensato con il loro sorriso, con la loro semplicità, con il loro essere veri, riconoscibili e senza maschere, per tutti questi anni. Può sembrare strano da accettare, ma un volontario che si guarda allo specchio sa bene che è lui che deve ringraziare. Per quanto sia bella e accogliente la Casa Gabbiano di via Ceriani non è nemmeno paragonabile alla capacità di umana accoglienza che i nostri amici ci hanno sempre riservato.
(Giampiero)
In un lontano giorno di fine millennio (1999) Giacomo Marinini in una riunione ci illustrò che c’era la possibilità di realizzare nel vecchio oratorio di via Ceriani una nuova struttura dove poter svolgere le attività dell’associazione e costruire una comunità alloggio, l’inconveniente sarebbe stato la ricerca di fondi. Dopo aver saputo il costo della ristrutturazione e della nuova costruzione, secondo me sarebbe rimasto un sogno.
Oggi in via Ceriani con l’impegno determinante di tutti, compreso il mio che può paragonarsi al granello di sabbia di una vasta spiaggia, quel pensiero che credevo fosse solo un sogno oggi è una realtà. Grazie Giacomo per avermi dato la possibilità di vedere con i miei occhi, che i sogni non sono mica tanto lontani, l’importante è crederci.
(Mimmo)
Ma ci pensate che bello .. ?! A volte ho creduto che questo articolo non sarebbe mai arrivato e invece … !
Sono felice di aver partecipato a questa avventura e di aver toccato con mano che “volere è potere” e che spinta dopo spinta si smuovono anche le montagne. Non sono mancate fatica, alzatacce e scontri, è vero, ma che soddisfazione ogni volta che passo in Via Ceriani e vedo quella bellissima casa gialla all’ombra del campanile…
E’ difficile descrivere cosa mi sia stato regalato: forse più di tutto la fortuna di conoscere la grandezza delle persone e l’occasione di poter dire “io c’ero!”, una frase che mi fa sentire appagata e completa … è per questo che ringrazio!
Un grazie particolare va a tutti i pazienti spettatori che davanti alle nostre recite hanno sempre trovato la voglia di applaudire e fare festa e va anche ai ragazzi del Gabbiano che con la loro simpatia passo dopo passo mi hanno accompagnato sempre più avanti!
E buttando uno sguardo al futuro? Mi sento di dire “grazie a tutti” perché ho ancora voglia di continuare, certa di essere circondata dalla forza di un quartiere che mi ha dimostrato come la solidarietà possa essere profonda, solida e imprevedibile!
(Una volontaria)
Se “II Gabbiano-Noi come gli altri” ha realizzato il suo progetto lo deve in buona parte al fatto che è conosciuto e stimato nel suo territorio. Ne sono testimonianza i dati che mensilmente vengono pubblicati sul “diciotto” con le donazioni ed elargizioni di privati, enti, società. Questa stima, oltre che dalla validità del progetto stesso, deriva certamente dall’apertura, radicata nel suo essere, verso il territorio, in occasioni istituzionali (festa di Baggio, ecc..), in collaborazione con altre associazioni, ma spesso con iniziative proprie.
Uno dei tanti modi è stato quello di organizzare spettacoli quasi sempre realizzati nello spazio teatrale del Quartiere degli Olmi. La finalità, oltre all’autofinanziamento, è stata quella di creare momenti di aggregazione in cui usufruire con serenità di eventi culturali e ricreativi, magari non spettacolari ma comunque validi ed al meglio delle nostre possibilità. L’intenzione è quella di riproporre ogni tanto un tradizionale momento del Gabbiano in alternativa ai molti momenti davanti alla TV in una periferia milanese. Ma questa esperienza ci ha fatto scoprire anche un mondo inaspettatamente numeroso di compagnie teatrali amatoriali, complessi musicali, artisti; un mondo quasi sotterraneo, che non compare sui giornali ma che ha una vita culturale spontanea, vivace, dinamica. Abbiamo recepito in loro non l’atteggiamento di chi viene a fare lo spettacolo di beneficenza, ma una passione genuina per quello che facevano, una professionalità ed un impegno non da dilettanti. Bastano un poco di passione e di organizzazione per ritrovarsi insieme a godere di cose magari piccole ma belle, con un sentire condiviso.
(Nello)
Molto è cambiato dal 1987 quando ebbe inizio la storia del Gabbiano. Il gruppo iniziale tentava tra l’utopia e la realtà di condividere la propria vita accanto a persone disabili del quartiere. Queste persone hanno continuato ad essere un riferimento costante per il nostro percorso, tanto da diventare la nostra storia. Una storia con radici solidali di accoglienza e di condivisione. È stato, il nostro, un cammino paziente fatto di piccoli passi, piccoli traguardi, fino ad arrivare al grande traguardo, quello del “Progetto Gabbiano 2000”, la realizzazione di un centro diurno, una comunità alloggio e un centro d’ascolto. Tutto questo è stato frutto di una coesistenza armoniosa, dinamica, che ciascuno teneva dentro di sé e che, messo in comune, ha dato vita a questo progetto. Questa è la storia del Gabbiano, nato come piccolo Gruppo H nel lontano 1985 con il desiderio di vivere come proprie le esigenze e le aspettative della persona disabile.
(Teresa)
La partecipazione alle feste di via è stata una delle forme di autofinanziamento più utilizzate dai volontari dell’associazione Il Gabbiano. Oltre alla Sagra di Baggio siamo stati presenti alla festa di Valsesia a quella in via Manaresi, alla Cascina Linterno e in diverse occasioni anche al Parco delle Cave. Per un certo periodo c’è stata la festa della Primavera, sempre a Baggio e qualche volta, come nel caso delle piantine di Baggio nel 1854 e dei calendari, abbiamo messo un tavolo all’uscita delle varie Chiese. In alcune occasioni siamo anche usciti dal quartiere come quando siamo andati a Cusago, oppure in via Pisanello alla festa di padre Pio. Anni fa siamo persino stati in corso Vittorio Emanuele. Di solito il ritrovo era la domenica mattina presto. Quante energie abbiamo speso per questo progetto! È una cosa impossibile da calcolare perché sono state davvero tantissime. Molte le alzatacce che abbiamo fatto e non parliamo del freddo che a volte abbiamo patito in queste giornate. Tutto questo però a qualcosa è servito; già gli sforzi sono stati ripagati abbondantemente perché il risultato a cui siamo arrivati è davvero grandioso. Il nostro cuore e la nostra mente ricorderà, penso per me ma sono sicuro che sarà così anche per gli altri volontari, questa bella storia per sempre.
(Enrico)
Può sembrare immodesto ma io non ho mai avuto dubbi che ce l’avremmo fatta. La cifra da raccogliere era imponente, però il gruppo aveva un grado di entusiasmo e di “pazzia” che mi ha sempre fatto ben sperare. Anche se il periodo in cui abbiamo affrontato la ricerca fondi non era economicamente molto florido, la gente ha capito l’importanza e non ha mai fatto mancare il proprio contributo di attenzione morale oltre che economica. Goccia su goccia le persone hanno partecipato secondo le proprie possibilità: ricordo bene la prima “goccia di pioggia” di una anonimo anziano, che ci recapitò una lettera contenente 5 mila lire con due righe semplicissime. “Di più non posso, un amico”.
(Maria Rosa)
Sono quasi una “veterana” tra i volontari del Gabbiano: è bastato fermarmi qualche ora in un sabato pomeriggio di tanti anni fa per sentirmi subito accolta tra amici. Da allora siamo cresciuti insieme, persone disabili e volontari. Qualcuno ci ha lasciato ma rimarrà sempre nel nostro cuore, altri hanno scelto un cammino diverso, altri ancora si sono incontrati proprio qui e poi sposati. Si tratta di un’esperienza che non può non lasciare un segno indelebile nel cuore e nella vita perché al Gabbiano l’unica cosa che conta davvero è sapersi accogliere l’un l’altro, seppur con i propri limiti. Ed è con questo spirito che ho affrontato e contribuito al Progetto Gabbiano 2000 in tutti questi anni di forte impegno e di tanta voglia di stare insieme.
(Flavia)