Il Gabbiamo presenta un esempio di volontariato cristiano che arriva dai vicini amici dell’oratorio Sant’Apollinare. Luca e Paolo Tanduo raccontano il loro essere volontari. Partire da princìpi religiosi ed avvicinarsi all’altro”, oppure partire dall’altro” e percorrere la strada insieme, giorno per giorno. Senza sapere già oggi quale sarà il traguardo. Possiamo riassumere cosi’ le due anime del volontariato: quella cristiana e quella laica, che raggiungono insieme quasi 10 mila unità (47% di ispirazione religiosa e 53% laica, secondo i dati della Fondazione Italiana del Volontariato). Superfluo dire che nessuna delle due è migliore dell’altra e che non c’è un volontariato giusto e uno sbagliato. Anche perchè quelle due strade così apparentemente lontane s’incrociano molto più spesso di quanto non si creda o non si ammetta: si potrebbe dire che è un po’ come gustarsi il piacere di fare una passeggiata insieme, in un contesto privo di competizione, dove l’insegnamento e l’apprendimento reciproco non è uno slogan pubblicitario, ma una condizione riscontrabile quotidianamente. E se la Fede non è il punto di partenza per tutti, ma per molti lo è, nessuno nega a priori che possa diventare un traguardo.
Oggi si parla tanto di volontariato e in particolare di quello dei giovani. Vi vogliamo parlare del volontariato in oratorio, dove noi siamo impegnati come educatori ed animatori, nella Parrocchia S.Apollinare che raccoglie una comunità di circa 15000 persone. Il ruolo dell’educatore è quello di accompagnare i bambini e i ragazzi, dalle elementari agli adolescenti, (circa 350) nella crescita nella nelle varie fasi della loro vita . In particolare è chiamato a seguire il gruppo che gli è affidato. L’educatore cerca di trasmettere e insegnare la gioia dell’incontro con Dio ed affronta insieme ai ragazzi i problemi e gli argomenti che li riguardano da vicino di suscitare in loro delle domande sulla vita: sul rapporto con gli altri, con la famiglia, col proprio corpo, con le proprie emozioni, nel periodo che stanno vivendo. Oltre alla catechesi vive insieme a loro altri momenti che vanno dal gioco, alle feste , particolari esperienze come azioni caritative o momenti di preghiera e le attività per il gruppo (ad esempio gite o attività teatrali). Per i ragazzi è importante poter incontrare l’educatore in più occasioni fuori dai momenti organizzati, in modo da poter instaurare un rapporto di amicizia che si basa sulla conoscenza e la fiducia. L’educatore si impegna e dedica il proprio tempo a bambini e ragazzi e questo avviene grazie a una presenza costante che basa il ruolo educativo sull ‘incontro e l’accoglienza. Superfluo dire che nessuna delle due è migliore dell’altra e che non c’è un volontariato giusto e uno sbagliato. Anche perché quelle due strade cosi’ apparentemente lontane, s’incrociano molto piu’ spesso di quanto non si creda o non si ammetta: si potrebbe dire che è un po’ come gustarsi il piacere di fare una passeggiata insieme, in un contesto privo di competizione, dove l’insegnamento e l’apprendimento reciproco non è uno slogan pubblicitario, ma una condizione riscontrabile quotidianamente. E se la fede non è il punto di partenza per tutti, ma per molti lo è, nessuno nega a priori che possa diventare un traguardo. Attraverso ciò il volontario educa e comunica un modo diverso di porsi verso gli altri basato sul rispetto . E’ importante allora curare l’attenzione al sorriso, alla disponibilità, all’ascolto, al servizio, al rapporto con le famiglie e la scuola. L’educatore diventa così un punto di riferi¬mento. Le cose che abbiamo imparato impegnandoci in oratorio cerchiamo di viverle anche nei rapporti quotidiani e in ogni ambito. Uno stile di vita e di amore che per noi ha come modello Gesù: da ogni gesto e in ogni momento deve trasparire la gioia della vita. Se i ragazzi non trova no questa passione come possono crederti quando cerchi di spiegargli che la fede dà pienezza e felicità alla vita dell’uomo? L’azione del singolo educatore si inserisce poi in un progetto educativo che deve fare da riferimento a tutti gli educatori chiamati a impegnarsi per tracciarlo e realizzarlo insieme. Bisogna sentirsi corresponsabili della crescita dei ragazzi insieme al sacerdote, alle suore ed alla comunità cristiana. Il servizio in oratorio si contraddistirigue per la gratuità, il dono di se agli altri, la disponibilità, l’attenzione e l’accoglienza verso tutti. In questa attenzione e accoglienza ve rso tutti e verso ogni aspetto della crescita della persona si coglie anche il ruolo sociale dell’oratorio.
(Luca e Paolo Tanduo)