Avremmo tutti una gran voglia di chiederle “cosa hai fatto Pinuccia?”, ma anche di fronte alla domanda più difficile lei riuscirebbe a disarmare con quella semplicità che le era caratteristica. Sembra quasi di vederla, imbacuccata nel cappello e nella sciarpa bianca, mentre ti guarda sorpresa, allarga le braccia e risponde quasi per scusarsi: “Niente!”. Le piaceva parlare, quindi avrebbe continuato con la pacatezza e i modi educati che la caratterizzavano e avrebbe spiegato di essersi messa lì,” bella bella“, fino ad addormentarsi per sempre. Che c’è di strano? C’è che a tutti noi, che non possiamo o non siamo capaci di vivere con la stessa semplicità, resta il doloroso smarrimento di chi ha perso un’amica importante. Che ormai la dai per scontata, che è lì, magari passi due o tre sabati limitandoti a un semplice “ciao” ma poi arriva il sabato giusto e allora il divano della sala azzurra diventa un luogo dove registrare la sua felicità di accoglierti, di ospitarti anche solo per cinque minuti nel suo mondo, di ascoltarti e di parlare con te. Contagiavano i suoi modi gentili, la sua inconfondibile risata, la capacità di sorprendersi, la parola che ogni tanto si impiglia e non ne vuole sapere di uscire, la sciarpa confezionata apposta per te. Ci sarebbero tante piccole storie da raccontare e tutte ricondurrebbero a una tenera, quasi fiabesca semplicità di fondo che ha reso la sua vita più serena di tante vite “normali”, così piene di ansie e sempre affannate nella ricerca del prossimo abbaglio. Eppure lei non aveva nessun vantaggio, anzi … e sarebbe ingeneroso pensare che le sue difficoltà l’abbiano rinchiusa in un limbo infantile dove tutto è sempre bello e facile. Ha avuto i suoi momenti duri e li ha saputi elaborare con i propri mezzi. Ha avuto problemi ad un occhio e li ha affrontati con coraggio. Ha dovuto traslocare per mesi in una comunità a Rosate mentre mamma Celestina subiva un intervento chirurgico. Era più tesa e preoccupata in quei giorni. Recentemente aveva lasciato la propria casa per venire a vivere nella comunità alloggio del Gabbiano. E’ ancora una volta la dimostrazione che c’è veramente tanto da imparare da persone come lei. Chi fa più fatica a vivere spesso sa vivere meglio ed è disposto a condividere con gli altri la propria “marcia in più”. Basta trovare il tempo e la volontà di andare oltre il primo impatto, in cui emerge in tutta la sua evidenza solo la lentezza, il limite. Già ci manca la Pinuccia. Per il Gabbiano il suo ricordo sarà uno stimolo a valorizzare con più forza e determinazione le ricchezze nascoste dentro persone in difficoltà.
(Giampiero)
All’improvviso sei volata via … senza il tempo di un saluto. Ci mancherai e con te i tuoi sorrisi, il calore dei tuoi abbracci, la simpatica parlantina. Quando la vita s’interrompe nessuno sa con certezza cosa vi sia, ma mi piace pensare a te ora come dirompente energia e puro spirito, libero di esprimersi senza i limiti terreni. Veglia sui tuoi cari, su di noi amici del Gabbiano e sulla tua mamma di cui, te lo promettiamo, ci prenderemo sempre cura. Buon viaggio tesoro.
(Isabella)
Carissima Pinuccia.
Da poco ci conoscevamo ma quanto affetto mi hai saputo dare. Tu con il tuo sorriso, il tuo sguardo, quante volte mi hai saputo aiutare a superare quelle piccole incertezze che talvolta ho incontrato nel relazionarmi con i tuoi amici tanto amati del Gabbiano. Tu senza i tuoi amici non potevi stare ma noi ora come faremo senza i tuoi lunghi discorsi ricchi di parole ed allegria? Ci mancherai.
(Marina)
Grazie Pinuccia per l’affetto, per l’amore che ci hai dato. Il tuo entusiasmo, la tua gioia semplice, la tua voglia di vivere ha contagiato noi tutti. Ci hai fatto capire che non si può vivere senza amore e senza amicizie! Ogni volta che una persona nuova entrava al Gabbiano mi avvicinavi, mi davi la mano e mi chiedevi “chi è … ?”. Ci hai fatto capire che dobbiamo lasciare le nostre isole e imparare a gettare ponti di comunione. Oggi il Gabbiano sa di avere un angelo in più che lo proteggerà. Sono certa che non solo veglierai sulla tua carissima mamma ma anche veglierai su tutto il Gabbiano. Aiutaci a tenere accesa la speranza così da saper dare di più. Aiutaci a saper dare soprattutto un sapore umanissimo al nostro Gabbiano … e grazie Pinuccia, ti abbiamo sempre voluto bene e te ne vorremo sempre.
(Teresa)
Ciao Pinuccia.
Grazie perché hai dato a tutti noi di casa Gabbiano la gioia di vivere insieme a te. Grazie per il tuo sorriso, la tua gioia, il tuo entusiasmo per ogni piccola cosa quotidiana … sei stata felice di vivere e di esserci, di “fare famiglia” con noi. Sei scomparsa all’improvviso lasciando un grande vuoto ma carico di tanti bei ricordi. Arrivavi dal centro salutando tutti e ti facevi premura di preparare la tavola per la merenda e per la cena, eri attenta ai compagni e agli operatori, cercando sempre il modo di essere utile: giocavi a bigliardino con Alessandro, portavi il caffè agli operatori, lavoravi a maglia a quelle sciarpe che erano il segno del tuo affetto e della tua amicizia. Ti sei adattata subito alla vita della casa come se da sempre fossi stata qui. I ricordi sono tanti e tutti vivi: la tua gioia per la festa di compleanno, lo sguardo raggiante nell’aprire i pacchetti alla cena di Natale, la gioia per le vacanze al mare coi tuoi amici. .. sei tornata che non sapevi più come raccontare la felicità per quei giorni vissuti a Ceriale, per quello che avevi visto e fatto, “Bello, come è stato bello Fioralda, lo facciamo ancora?”
Un tuo amico ha detto “Le è scoppiato il cuore dalla felicità”, avevi dato tutto e avevi vissuto tutto, con la semplicità dei piccoli a cui vengono svelati i grandi segreti della semplicità e della gioia di vivere. Ci manchi ma siamo certi che sarai l’angelo di casa Gabbiano, perché possa continuare ad essere il luogo caldo e vivo che anche tu, nel tuo breve passare, hai contribuito a costruire.
Grazie anche a te, mamma Celestina, per come hai cresciuto e seguito la tua Pinuccia, per come eri attenta a farla sentire bene nella nuova realtà pur desiderando immensamente di tenerla con te. In questi giorni mi confidavi:” Sai a volte volevo telefonarle, o venirla a trovare ma non lo facevo perché pensavo a quei ragazzi che sono lì con lei e che non hanno più la mamma e allora aspettavo venisse o mi chiamasse lei”. Un grande cuore di mamma in cui tutti trovano posto!
Ciao ancora Pinuccia.
(Fioralda, Marco, Alessandra, Cristina, Fiorella, Antonio, Ninni, Francesco, Ilaria, Marco Antonio e Francesca)
E’ venuto Marco in Sacra Famiglia per accompagnarmi dal dentista e quando siamo usciti mi ha dato una brutta notizia: la nostra compagna Pinuccia non c’era più. Quando sono arrivato in comunità c’erano la Fioralda e Alessandra e mi hanno confermato che era vero, poi mi hanno chiesto se mi sentivo di andare a trovare la Pinuccia. Era la prima volta che vedevo una persona morta: mi è sembrato che lei fosse in pace. Mi ricordo che solo qualche giorno fa ha chiamato la Tiziana per sparecchiare e per portare la frutta in cucina!
Antonio per scherzare la chiamava Patrizia. Sono andato al funerale c’erano tante persone che conosco. Lei adesso è insieme a mia mamma. Per tutte le settimane passate insieme ti ricordiamo.
(Alessandro)
Siamo stati bene insieme in compagnia con la Pinuccia. Siamo stati al mare e abbiamo fatto le foto.
(Tiziana)
Pinuccia io ti penso sempre perché non volevo che ti succedesse questa cosa e perché ti volevo tanto bene
(Antonietta)
Le direi ancora benvenuta. Purtroppo non c’è più ma quando c’eri tu era più dolce per noi.
Beppe
Ciao Pinuccia ci manchi
(Daniele, Alessandro e Alberto)
Spettacolo teatrale a favore del Progetto Gabbiano 2000
Sabato 17 marzo alle ore 21 presso il CAM Olmi in via delle Betulle 39 la compagnia Politeatro Milano Humaniter presenta la com¬media brillante in milanese dal titolo Pronta cassa di Guido Bertini
Prevendita biglietti – costo 7 euro
Latteria Casati e panificio Gandossi in via Gianella
Libreria linea di confine in via Ceriani
Cartoleria Cerri in via Forze Armate 364.
Farmacia dottor Campanelli al quartiere degli Olmi.
Giornalaio di Muggiano.
Associazione Il Gabbiano
Tel. 02 48911230.
Posti residui direttamente a teatro.
Il Gabbiano dà il benvenuto al piccolo Federico che già dimostra di essere un tipo sveglio. Complimenti ai genitori Gabriella e Stefano Saggioro, alla nonna Ivana e al dinamico nonno Sergio volontario dell’associazione.