Per il Gabbiano sarà un po’ come tornare a casa, in quella sala di piazza Sant’Apollinare dove Teresa Bonfiglio aveva avviato il volo nei primi anni ’80, andando letteralmente a tirar fuori le persone con disabilità dalle case dove vivevano semi-recluse. Quella stessa grande sala, strabordante energia, che negli anni ha visto passare centinaia di persone, volontari compresi, oggi è stata completamente ristrutturata perché l’associazione Il Gabbiano – Noi come gli altri intendeva realizzare proprio lì un nuovo Centro Diurno Disabili. Il CDD sarebbe poi stato gestito dalla stessa impresa sociale che gestisce Casa Teresa Bonfiglio. A cose fatte, però, il Comune di Milano ci ha informato che non c’erano più persone in lista d’attesa per l’inserimento… non proprio un dettaglio, in effetti, visto che i costi di un servizio non convenzionato sono così alti da renderlo di fatto insostenibile per le famiglie. Il rischio di trovarsi una sala rimessa a nuovo, ma inutilizzata, era reale, ma anche stavolta le cose si sono aggiustate. E questo grazie alla cooperativa Equa, partner dell’Associazione Il Gabbiano nella gestione di Casa Teresa Bonfiglio. Il caso ha voluto che un Centro Socio Educativo (CSE, un servizio per disabili meno gravi), gestito dai nostri partner in un’altra zona di Milano, avesse bisogno di una sede temporanea per lavori di rifacimento che da settembre avrebbero interessato tutta l’area dove lo stesso CSE ha sede. Questo incrocio di bisogni e di situazioni davvero imprevedibile ci ha portato alla conclusione più logica: l’Associazione Il Gabbiano affitterà alla Cooperativa Equa lo spazio di piazza Sant’Apollinare per un periodo di due anni, o poco più. Giusto il tempo di attendere un nuovo bando del Comune di Milano, senza però un “fermo – macchina” di due anni che certo sarebbe stato difficile da sopportare. Dopo la buona notizia per gli addetti ai lavori, cioè noi, ce n’è una anche per la gente di Baggio, che da sempre segue con attenzione le vicende del Gabbiano. Come sarebbe successo con il CDD, anche con il CSE l’attività termina alle 16. Questo dato apre scenari interessanti perché ci consentirà di offrire nuovi servizi che rinsaldino l’alleanza del quartiere con l’associazione. Uno di questi sarà la nascita di un punto di informazione e orientamento sui servizi sanitari, per dare una mano ai baggesi a fare luce, ad esempio, sulla legge 112, quella del “Dopo di noi”, o su argomenti di carattere generale: dalla scelta e revoca del medico alla richiesta della tessera sanitaria, fino all’iter da seguire per ottenere l’assistenza domiciliare integrata. Un’ulteriore evoluzione futura potrebbe essere la nascita di un servizio infermieristico per la popolazione disabile e anziana, ad esempio per le iniezioni, ma è prematuro parlarne. La nostra intenzione resta quella di alimentare quello spirito di mutuo aiuto, secondo il quale ciascuno offre quello che può agli altri. La fragilità di disabili e anziani ci stimola a cercare nuove soluzioni per nuove necessità. Stiamo ragionando con attenzione sulla solitudine che in questo momento forse riguarda più i secondi che i primi. Secondo l’OMS anche la difficoltà di integrarsi nella società e di relazionarsi è una nuova forma di disabilità. Queste considerazioni hanno un forte impatto culturale, perché ci accompagnano a considerare il limite come qualcosa che riguarda tutti. Abbiamo aperto un focus anche sul tempo libero dei minori con disabilità, che hanno poche o nulle relazioni dopo la scuola. Vedremo.
Dopo le 16, gli spazi di piazza Sant’Apollinare saranno comunque disponibili per le feste di compleanno dei bambini (la domenica) e per le riunioni di condominio (la sera o il tardo pomeriggio dei giorni feriali). Grazie all’offerta libera, queste attività saranno molto utili per l’autofinanziamento, così l’associazione e l’impresa sociale avranno nuove forze per risolvere nuovi (e vecchi) bisogni.
Giacomo Marinini e Giampiero Remondini