“No, io non riesco a parlare davanti alla gente”, ha risposto un amico con qualche problema quando ho sondato la sua disponibilità a provare in futuro l’esperienza teatrale al Gabbiano. Basterebbero queste sue semplice parole, autentiche, come sempre, per raccontare il senso di un percorso iniziato nel 2006, quando tutti, volontari e persone con disabilità, avevano chi più chi meno lo stesso problema. “Il Cigno che vola”, prima rappresentazione del gruppo, era uno spettacolo di ombre. Patrizia ed Heike della compagnia Pattygiramondo, questo gruppo l’hanno preso per mano fino a portarlo, oggi, ad esibirsi sul palcoscenico di un teatro vero e senza il filtro di un telo dietro cui ripararsi. Sabato 29 settembre al teatro Comunale di Cilavegna (Pv) gli attori del Gabbiano hanno continuato a non confondere l’adrenalina con la paura che ti blocca e hanno portato in scena “Ti racconto di me”, uno spettacolo nel quale ciascuno si è aperto al pubblico parlando delle proprie esperienze e aspirazioni. Dopo mesi di prove per uno o due sabati al mese è arrivato dunque il giorno. I protagonisti hanno raggiunto il teatro nel pomeriggio perché c’erano le ultime prove da effettuare nella sede vera e propria della rappresentazione.
Il pubblico “milanese” li ha raggiunti in pullman la sera. Se a recitare è un gruppo con queste caratteristiche il centro smette di essere la performance teatrale. In ogni attore vedi invece una persona che ha imparato ad accettare il proprio limite, senza però perdere la voglia di giocarci e di dargli una spinta per provare a spostarlo un po’ più in là. C’è sempre un brivido quando le luci fredde della sala lasciano posto a quelle più calde e intense che illuminano il palco e il vociare si spegne. Ancora di più se dalla poltroncina vedi in scena amici, che quasi ti viene voglia di chiamarli e di farci una chiacchierata come al sabato pomeriggio. E allora vengono in mente tante cose. Per esempio che in questi sei anni alcuni attori-attrici con qualche problema in più hanno fatto registrare progressi davvero significativi: chi faceva fatica a scegliere il tempo giusto ora danza con una grazia insospettabile, chi teneva il tono della voce basso adesso ha imparato a farsi sentire e chi aveva il problema opposto ha imparato a contenersi. Ma insistere in elogi artistici diventerebbe una retorica buonista, forse anche un po’ ipocrita, perché il limite c’è e non va rimosso. Non si rimuove la ricchezza. Il limite di questo gruppo e il coraggio di esibirlo raccontando la forza e la serenità della sua accettazione. E’ un insegnamento di promozione dell’autenticità che può servire a chiunque. Ma in fondo l’abbiamo sempre detto che al Gabbiano si va per imparare, nessuno è così ingenuo da pensare che si faccia volontariato per aiutare. Sgonfiate il vostro ego, o voi che entrate: è un piacere essere volontari del Gabbiano con la consapevolezza di non essere i veri protagonisti.
(Giampiero Remondini)
Il Gabbiano ringrazia il Comune di Cilavegna che ha patrocinato l’evento mettendo a disposizione il teatro, la sezione locale dell’ Avis per la collaborazione e il coordinamento in campo e così pure la parrocchia di Cilavegna. Grazie all’ Associazione “Per un sorriso. Onlus” che ha finanziato il laboratorio teatrale in preparazione alla rappresentazione finale. Grazie infine a tutti coloro che hanno contribuito al successo di questo evento.