Intervistatore: “Cos’è la cosa che ti è più difficile fare?”
Luca: “Matematica”
Sabrina: “Fare i compiti”
Giovanni: “Concentrarmi”
Chi, secondo voi, delle persone che ha risposto ha una disabilità? Solo da queste risposte è praticamente impossibile capirlo.
Questo è uno stralcio dell’intervista doppia, in stile IENE, che è stata fatta agli atleti (studenti delle scuole medie e ragazzi con disabilità motoria e intellettiva) che hanno gareggiato nella passata edizione del progetto Sportivamenteinsieme – giunto alla seconda edizione e realizzato dall’Associazione Il Gabbiano, in rete con altre realtà del territorio. Il progetto nasce dalla rilevazione di una forte carenza di eventi e momenti di aggregazione sociale tra persone con disabilità e non – anche in contesti come la scuola e gli oratori in cui questi soggetti si incontrano abitualmente. Il punto di forza del progetto è stato quello di coniugare un percorso preliminare di sensibilizzazione nelle scuole con l’esperienza concreta dell’incontro attraverso lo sport nei campi sportivi della zona, favorendo un’efficace azione di responsabilizzazione da parte di questi ragazzi, che si sono sentiti coinvolti in prima persona nel processo di accoglienza e integrazione con l’altro. L’ incontro attraverso lo sport ha infatti portato i partecipanti a proporre ulteriori momenti di incontro per favorire e consolidare maggiormente la relazione. Per esempio, alcuni ragazzi con disabilità più grandi hanno maturato un forte senso di protezione e di attenzione nei confronti dei compagni di squadra più giovani; a loro volta i giovani atleti hanno accolto le persone disabili invitandole a vedere alcune partite del torneo della propria associazione calcistica.
Forti del successo della passata edizione, anche quest’anno l’Associazione Il Gabbiano propone la realizzazione di questo percorso, coinvolgendo però studenti più grandi, quindi non più ragazzi della scuola media, ma delle superiori di età compresa tra i 16 e 18 anni. Parteciperanno due licei, Marconi e Berchet, e 2 associazioni sportive. La scelta di cambiare la fascia di età dei ragazzi normodotati coinvolti è stata determinata dalla volontà di ampliare l’intervento, affinchè questo non sia solo un’ attività estemporanea, ma venga vissuta con maggiore consapevolezza per poter essere poi rilanciata, al di là del percorso di allenamento, come personale attività di volontariato. Il volontariato per i giovani è una grande risorsa, soprattutto in questo periodo storico caratterizzato da una grande instabilità e precarietà. Questa atmosfera di provvisorietà provoca nei giovani, come sostengono importanti sociologi, anche una sfiducia nei confronti delle proprie capacità. Il senso di responsabilità e la gratificazione per il proprio impegno vengono meno di fronte alla prospettiva di un futuro senza opportunità in cui mettersi alla prova. L’attitudine diffusa è un po’ quella del minimo sforzo, secondo una logica del “perché perdere tempo a studiare se poi non si trova lavoro?”, “a cosa servono tutti questi sforzi se poi non sono riconosciuti?” ecc.
In realtà i giovani volontari che incontriamo nella nostra associazione (e in altre realtà del territorio) dimostrano quanto questi ragazzi siano alla ricerca di valori autentici determinati non dall’esterno, come accadeva un tempo (es. il parroco, il capo di partito, ecc.), ma dalla propria esperienza. L’incontro con l’altro, la valorizzazione del tempo libero che diventa risorsa per sé e per gli altri, e non solo vuoto da riempire, porta i giovani alla percezione di sé come persona di valore in grado di agire nella realtà in modo efficace e soddisfacente.
Proprio sulla scorta di questa esperienza con i giovani volontari siamo convinti che, anche se apparentemente meno motivati, i giovani sono sempre pronti a diventare volontari. L’edizione del 2012 del progetto Sportivamenteinsieme vuole quindi avvicinare i giovani al mondo del volontariato e della disabilità. Quest’anno la realizzazione del progetto prevede il coinvolgimento diretto delle realtà che partecipano alla rete del POD (Polo Ovest della Disabilità). Il POD nasce nel marzo del 2011, dall’unione di due reti di lavoro già esistente: AbitiamOvest (gruppo di lavoro rivolto al tema della residenziallità e del progetto di vita autonoma della persona disabilie) e il tavolo H6 (momento di incontro e confronto tra organizzazioni e famiglie della zona 6 e 7). Il POD rappresenta un luogo di incontro tra organizzazioni e familiari, che ha come finalità principale la messa in rete di risorse, strumenti, conoscenze per rispondere al meglio alle esigenze della persona con disabilità. Per tale ragione il POD è strutturato in tre sotto-tavoli di lavoro: tavolo dell’abitare, del tempo libero e della visibilità. Le realtà partecipanti al tavolo del tempo libero hanno deciso di promuovere e sostenere la realizzazione della terza edizione del progetto Sportivamenteinsieme mettendo a disposizione risorse umane e materiali.
L’incontro sul campo di calcio, o basket, vuole essere il punto di partenza per la conoscenza della disabilità, non più percepita come ostacolo o limite, ma come condizione – che seppur differente da quella comune – può essere conosciuta e valorizzata attraverso l’incontro e la relazione. Solo in questo modo è possibile, come nell’esempio iniziale della intervista, comprendere quanto la diversità, la disabilità e le difficoltà (relazionali, di realizzazione personale ecc.) non sono dei limiti se, la persona in prima battuta e la società in seconda, sono in grado di riconoscerle e integrarle in un percorso di storia personale e culturale comune. Il volontariato, sia a livello individuale che collettivo, rappresenta in un certo senso un percorso di crescita comune che consente di emanciparci dalla ricerca di una felicità effimera e di una realizzazione individualista. Anche se il principale tornaconto di una persona che fa volontariato è la propria gratificazione personale, non dimentichiamo che il tempo dedicato al volontariato è un tempo che si moltiplica, che torna arricchito e valorizzato dal tempo che anche l’altro (in questo caso la persona disabile) regala.Come abbiamo spesso scritto, aspettare i tempi dell’altro, nel gioco del calcio, al supermercato, in una relazione, non è sempre una perdita di tempo, ma è paradossalmente un “guadagno” di tempo!!
Le realtà che partecipano alla realizzazione del progetto sono le seguenti:
• Ass. Il Gabbiano – Noi come gli Altri
• Ass. Albero Maestro
• Coop. Fraternità e Amicizia
• Ass. Handicap: Su la testa
• Liceo scientifico “Marconi”
• Liceo classico “Giovanni Berchet”
• Coop. Gabbiano Servizi
• CDD Comunale Noale – Narcisi – Treves
• Coop. Azione Solidale
• Coop. Spazio Aperto Servizi
• Coop. Co.e.sa
• FCD Olmi – Cesano
• Ass. Specialmentesport
• Oratorio San Pier Giuliano
• Polisportiva Valsesia
• Comitato Quartiere Valsesia
• Share radio (web radio)
(Laura Faraone)
Chi fosse interessato al volontariato può rivolgersi all’associazione Il Gabbiano – Noi come gli altri in via Ceriani, 3. Oppure può contattare il Centro Ascolto dell’Associazione (Tel. 02 48911230 – Orario: da lunedì a venerdì dalle 9 alle 13).