In tutte le culture l’amicizia è intesa come un rapporto alla pari basato sul rispetto, la sincerità, la stima e la disponibilità reciproca. L’amicizia non svolge solo la funzione di fornire compagnia e divertimento, ma fin da bambini aiuta a migliorare le capacità di comunicazione e negoziazione. L’amicizia è talmente importante nella vita di una persona, che quando manca si pensa a difficoltà o a gravi carenze nella gestione della vita di gruppo, del gioco di squadra e dei conflitti.
Così a colpo d’occhio sembra molto semplice avere amici, sarebbe infatti sufficiente co-esistere in un ambiente di gruppo, come la scuola, il campo sportivo o l’oratorio, ecc.. Purtroppo non è proprio così e alcuni fatti di cronaca o alcune esperienze di persone con disabilità lo dimostrano. Nel gruppo sociale, soprattutto in età scolare, è possibile rilevare una forma diffusa di patologia relazionale meglio nota come bullismo. Se nell’amicizia le persone si sentono valorizzate e rafforzate dal legame, nel bullismo gli individui coinvolti (bullo, vittima e spettatori) sono legati da emozioni negative e da comportamenti aggressivi. Il gruppo è un fattore determinante nel fenomeno del bullismo, perché è proprio il gruppo che sostiene (o non interrompe) l’atto di prevaricazione. Il “bullo” in questo modo non pensa di fare niente di sbagliato e la vittima, già di per sé debole, si sente confermata nella sua diversità.
E’ importante introdurre in classe dei percorsi di educazione alle emozioni, per prevenire questi fenomeni, promuovendo nelle persone più deboli (perché magari con disabilità) maggiore sicurezza e comportamenti più adeguati alla relazione coi compagni di classe (non dimentichiamo che alcuni ragazzi a volte coi loro atteggiamenti bizzarri o provocatori irritano il “bullo”). Grazie a un percorso di educazione alle emozioni possono emergere nel gruppo delle modalità più efficaci di controllo dei comportamenti aggressivi e prevaricanti, per evitare che magari sia solo uno studente a ribellarsi al bullo divenendo così vittima a sua volta.
Nel progetto SportivamenteInsieme, che quest’anno l’Associazione “Il Gabbiano – Noi come gli Altri” organizza per l’ottavo anno consecutivo, si cerca di promuovere nel gruppo-classe sentimenti solidali nei confronti dei compagni con disabilità e delle persone con disabilità in generale. Ricordiamo che il progetto vede impegnate diverse scuole e diversi centri educativi per persone con disabilità, non solo per giocare insieme (calcio, basket, basket a rotelle e hockey in carrozzina), ma anche per imparare a conoscersi e rispettarsi. Prima di scendere in campo sono proposti tre incontri teorici in aula per parlare della disabilità, in questa occasione sono le persone con disabilità a parlare della loro condizione.
Il progetto “SportivamenteInsieme” aiuta gli adolescenti a conoscere l’ALTRO (dal latino altĕrum) e a non scappare dalle emozioni che questo incontro sollecita e dal cambiamento che in una certa misura provoca (l’ALTRO per sua natura ci cambia o “altera”). Le persone con disabilità spiegano con grande semplicità che la loro maggiore difficoltà non è quella di avere una disabilità, ma è data dall’atteggiamento degli altri nei loro confronti. Spesso affermano che sono gli altri (compagni, ma anche i genitori stessi) a farli sentire “disabili” e non persone. Questi ragazzi offrono una grande lezione agli studenti, perché spiegano loro come l’ALTRO, che avrebbe dovuto difenderli, li ha invece umiliati o attaccati, perché si è sentito minacciato dalla loro debolezza. Il “bullo” magari non ascolterà queste parole, perché spesso è lui stesso la vittima di comportamenti aggressivi che ripropone in classe, ma gli altri compagni impareranno che il silenzio, l’indifferenza, la de-responsabilizzazione di gruppo, a volte fa più male che un pugno e una offesa. Impareranno anche che per difendere una persona non è necessario usare la violenza, ma basta allearsi e diventare amici.. diciamo “quasi amici”, anche del tipetto strano che quando parla sputacchia e non si lava i capelli, perché alla fine siamo tutti nella stessa squadra.
Il progetto è realizzato grazie a una grande rete di enti:
1. Liceo classico Berchet
2. Liceo scientifico Marconi
3. Istituto Tecnico Curie-Sraffa
4. Istituto Tecnico Pasolini
5. Liceo Statale Carlo Tenca
6. Istituto Europa
7. Istituto Cardano
8. FCD Olmi-Cesano
9. OSPG
10. Polisportiva Valsesia
11. Briantea 84
12. UILDM
13. Specialmente Sport
14. Handicap Sport Varese
15. CDD Comunale Noale
16. CDD Comunale Narcisi
17. CDD Comunale Treves
18. CDD Comunale De Nicola
19. CDD Comunale Pini
20. Ass. “Il Gabbiano – Noi come gli Altri”
21. Coop. Fraternità e Amicizia
22. Ass. Handicap: Su la Testa
23. Coop. Azione Solidale
24. Coop. Spazio Aperto Servizi
25. Coop. I percorsi
26. Casa Gerico
La manifestazione sportiva finale si terrà domenica 28 maggio presso l’oratorio della Parrocchia San Pier Giuliano Eymard – Via Valsesia 96
(Laura Faraone)
Per maggiori informazioni sul progetto SportivamenteInsieme o sulle attività dell’Associazione “Il Gabbiano – Noi come gli Altri” potete contarci
Tel. 02 48912230 (lun-ven 9:00 – 13:00) oppure associazionegabbiano@tiscali.it