“lo sono convinto che anche dalla persona disabile più colpita e dall’anziano più solo, possa venire una lezione per la mia vita. Non c’è una persona a qualsiasi stadio di povertà umana e di sofferenza che non possa insegnarmi, con la sua vita, qualcosa che io nella mia non ho percepito”
(L. Tavazza)
Benvenuti tra le pagine di quello che da quattro anni il Gabbiano ha battezzato “dossier”. Quattro pagine per augurarvi un buon Natale e un sereno anno nuovo, ma soprattutto quattro pagine per ricordare a tutti il nostro esserci e la nostra determinazione verso il traguardo del Progetto Gabbiano 2000. Non è dietro l’angolo, il traguardo, anche se gli oltre 200 milioni raccolti finora sono lì a testimoniare che volere non sarà certo potere, pero’ aiuta. 200 milioni raccolti rappresentano uno straordinario successo di tutta la comunità, di Baggio e non solo, che dimostra di aver capito come il significato sia nel cammino, nel mattoncino quotidiano, nelle 5 mila lire, oltre che nel risultato finale. I 1.500 milioni necessari a realizzare la comunità alloggio, il centro diurno e il centro dell’ascolto, sono ancora lontani, mentre intravediamo quella quota, 300, che ci permetterebbe di aprire il cantiere. A dimostrazione di quanto il Gabbiano creda che davvero ci sia un significato nel “passo quotidiano”, eccovi quattro pagine di piccole cose con un (per noi) grande significato. Decidere di porsi certe domande, in certi giorni puo’ essere fatica che si aggiunge alla fatica del quotidiano. Perché insieme al potenziale finanziatore da inseguire, ci sono i conti di casa da far quadrare, c’è il lavoro, la famiglia. Pero’, resta un pero’. Decidere di non porsi quelle domande, ciascuno con i propri tempi e le proprie forze, significa ripiegare nell’individualismo , una cambiale che prima o poi passa all’incasso sotto forma di isolamento e solitudine. Non siamo affatto certi che le fatiche del quotidiano siano “più” importanti dei valori che cerchiamo di far emergere da queste quattro pagine. E cioè del diritto di un portatore di handicap di dare un senso alla propria vita, di avere una storia e di esistere, di avere un posto nella comunità di donne e uomini e di esistere nel cuore di un’altra persona . Per uno strano gioco di vasi comunicanti, o forse per quel concetto magico che si chiama reciprocità , difendere questi diritti dell’Altro porta inevitabilmente a conoscerlo fino a scoprirne la ricchezza interiore. Che viene dispensata gratis e che , quindi, ciascuno puo’ spendere poi nel proprio quotidiano. Ecco la vera ragione per cui un’attività di volontariato non è meno importante di tutto il resto. C’è modo e modo, di dire tutto questo. Proviamo a farlo con qualche fotografia e brevi didascalie. In bianco e nero, quest’anno, perché il colore costa e … siamo nelle spese. (il servizio è uscito sul mensile di zona Il Diciotto – ndr)
Giampiero Remondini
Dare un senso alla propria vita