Il titolo di questo libro (in riferimento al film “Intervista col vampiro”) vuole provocatoriamente portare la mente dei lettori ad elaborare scenari di vita surreali e possibili solo grazie ad un grande sforzo immaginativo. Il titolo in realtà è in contraddizione con quello che i due coautori – Minnie Luongo, giornalista e comunicatrice scientifica e Antonio Giuseppe Malafarina, esperto di disabilità a tutto tondo in quanto egli stesso disabile – vogliono trasmettere. Infatti il libro cerca di offrire al lettore una panoramica su come la disabilità sia stata vissuta nella storia, nella politica, nello sport, nell’architettura ecc. e su come la vita dei soggetti con disabilità potrebbe essere più normale e molto meno “vampiresca” se ci fosse nella nostra società una cultura maggiormente orientata a questo problema.
La mancanza di un atteggiamento culturale, che promuova l’abbattimento di barriere architettoniche o la diffusione di tecnologie specifiche per aumentare l’autonomia delle persone disabili, è evidente dalla nostra stessa difficoltà ad immaginare la quotidianità di queste persone confrontandola con le nostre routine e abitudini. D’altronde, come è discusso nel libro, è piuttosto difficile pensare alla quotidianità di queste persone se ancora non si è riusciti a dare loro un’identità, che non sia soltanto determinata da un’unica caratteristica (come spesso è successo nella storia: il colore della pelle per i neri; l’appartenenza ad un’etnia per gli ebrei ecc.). Purtroppo spesso si pensa a queste persone come essere diversi o come ad una diversa categoria di persone, senza riuscire a dargli uno spazio e sentirli come parte integrante della società, come qualsiasi altro cittadino – che Malafarina chiama ironicamente persone “ordinarie” in contrapposizione alle persone “disabili”.
Gli autori sostengono che la vita delle persone disabili potrebbe essere molto meno limitata e più semplice grazie alla collaborazione della società con la tecnologia, come nello sport, in cui si riesce a superare questa barriera. Durante le gare sportive le persone disabili sono considerate solo ed esclusivamente come sportivi, sono forniti gli strumenti più idonei per le loro condizioni specifiche, ed è loro garantita la concreta opportunità di realizzarsi come persona al di là dell’handicap, confrontandosi e misurandosi in nuove sfide.
Il libro permette quindi al lettore di avere una panoramica a 360 gradi sulla disabilità, considerando anche la dimensione dell’autonomia, dell’inserimento lavorativo, della vita affettiva. Sono stati anche raccolti contributi di personaggi autorevoli che raccontano la disabilità dal loro punto di vista tra cui: Adriano Pessina, Giuseppe Remuzzi, Marco Rossi, Angelo Vescovi. Da ricordare tra gli altri l’intervista a Luca Pancalli, vicepresidente CONI, presidente Comitato Italiano Paralimpico e segretario del Comitato Paralimpico Europeo. Ogni capitolo è introdotto da una vignetta di Emilio Giannelli.
Laura Faraone