Specialissima Paola Berger. Ha regalato consapevolezza e amicizia. Quindi per lei ci sono ben due testimonianze: una di Giacomo qui sotto e una di Giampiero qui:
https://www.gabbiano.org/quello-che-ci-ha-regalato-paola-berger-secondo-giampiero/
Dobbiamo fissare bene la nostra idendità, cioè chi siamo e da dove veniamo, per rimetterci #Dinuovoinviaggiocolgabbiano. Altri diari di viaggio stanno per arrivare.
Paola Berger, detta Paolona, era una ragazzona bella robusta che ha frequentato l’associazione il Gabbiano fin dalle sue origini. La vedevamo arrivare ogni sabato in piazza S. Apollinare 1 accompagnata dalla madre Sonia. Ma lei non voleva entrare accompagnata, entrava quindi in autonomia, come un fulmine, e la madre restava sulla porta per poi andarsene perché Paola non la voleva presente; il Gabbiano era solo suo!
Paola non parlava, usava strani versi della voce dai quali, con attenzione, si capiva se la cosa o l’argomento l’interessava oppure no; se era compiaciuta oppure disturbata o addirittura non interessata. Era inoltre in movimento continuo senza tregua.
La sua forza erculea si manifestava sia nei riguardi delle persone che degli oggetti che trovava sul suo percorso. Con Lei c’era sempre da sperare ci fosse bel tempo in modo di poter uscire nel cortile e camminare o comunque muoversi perché in questo caso era contenta. Molto furba, aveva uno strano sorriso compiaciuto quando riusciva a prendersi gioco di te. Dotata infine di un appetito ultra gagliardo che andava poi a finire tutto nella sua mole. Era difficile distoglierla dal cibo, in particolare dai dolci perché appena sentiva o intuiva la loro presenza partiva tirandoti dietro e se eri di dimensioni minute come Teresa venivi letteralmente trascinato con lei.
Era piacevole starle vicino, anche se un dialogo come noi lo intendiamo… lei ti ascoltava rumoreggiando, ma solo se ti aveva scelto e accolto come compagno, altrimenti non ti voleva vicino e tantomeno ti ascoltava.
Così passavamo il sabato pomeriggio al Gabbiano dando sollievo a mamma Sonia.
Proprio un sabato mentre transitavamo da via Forza Armate, una bella signora tutta impellicciata usci dalla farmacia Gastaldi. Senza esitare Paola infilò la sua mano nel colletto della signora e strattonò al punto che si creò uno strappo nella pelliccia fino al fondo schiena. Io non riuscii ad impedirlo e la signora dallo spavento si mise a piangere mentre Paola mi trascinava per andare oltre. Riuscii nell’intento di confortare la signora e le dissi che eravamo assicurati (meno male!) e così la Cattolica Assicurazioni riconobbe il guaio arrecato e rimborsò la signora la quale successivamente girò alla nostra associazione quanto ricevuto. Aveva capito!
Noi comunque, nel ringraziarla, capimmo a nostra volta che a Paola piaceva toccare il pelo morbido e da allora fummo sempre molto attenti.
Poi Paola si ammalò e fu ricoverata in Sacra Famiglia dove fu curata ma le sue condizioni peggiorarono, si aggravarono e purtroppo morì. Andammo in diversi al suo funerale e l’accompagnammo alla sepoltura nel piccolo cimitero in Sacra Famiglia.
Ne è passato di tempo ma con mamma Sonia siamo tuttora in contatto e l’invitiamo sempre alle nostre feste.
Cosa abbiamo imparato da Paola?
Che non bisogna escludere nessuno, ma andare incontro alle problematiche che si incontrano.
Che è importante cercare e sforzarsi di capire i desideri e i bisogni dell’altro anche se non espressi verbalmente
Cosa ci ha dato Paola ?
Che in fondo e a suo modo ci voleva bene e noi le siamo stati amici!
Giacomo Marinini