Per chi, come noi, non è esattamente “del mestiere” non è facile capire il motivo per cui il teatro ha questo effetto benefico e liberante. Ma a distanza di sedici anni dalla primissima esibizione della compagnia di attori con disabilità e volontari del sabato pomeriggio (“Il cigno che vola”), abbiamo smesso di pensarci. Ce lo godiamo e basta. Stavolta è toccato ad alcuni degli inquilini di Casa Teresa Bonfiglio, che hanno messo in scena una rappresentazione inventata da loro durante il laboratorio condotto da Patrizia Battaglia e Livia Rosato, le due professioniste che ci seguono da sempre. Non in Sala Azzurra e nemmeno a teatro, visto che i tempi lo sconsigliano, ma all’aperto, nel cortile di via Ceriani. Sabato 18 giugno abbiamo avuto un’altra prova che le potenzialità le hanno tutti, indipendentemente dalla condizione, e che si tratta solo di avere la voglia e la pazienza di investirci tempo e fiducia. Il ritorno dell’investimento è l’“energia” che questi amici sanno regalare. Valentina che fa un’ultima prova perfetta e poi non ne vuole sapere di recitare, salvo ricredersi quando si tratta di ballare e di strappare applausi alla sua maniera, varrà da sola il prezzo del biglietto, nel caso un giorno si mettesse in testa di fare la stessa cosa alla Scala o giù di lì. Sembrava un istrione navigato da mille palcoscenici. Stessa cosa per Gabriele, con i suoi passi di danza felpati e l’inchino perfetto. O anche per Antonella, che ha sorpreso la famiglia con un sirtaky di livello. Marina poi è già è Marina… e in più indossava un cappello che la rendeva ancora più Marina. Buone sensazioni anche da Carmela fasciata dal un velo tulle. Lei, donna tendente alla concretezza, eppure immersa in questa strana atmosfera. E ancora lo scoop del giorno: Luca che molla i banchi dell’opposizione, dove era insediato da qualche tempo, si mette al collo il cuore rosso, partecipa e va prendersi gli applausi pure lui. C’era anche Anna, special guest, che ha fatto la sua parte, vicino ai fondali disegnati a Alfredo, volontario sempre in prima linea.
La pandemia, insomma, ha rallentato ma non ha fermato il teatro del Gabbiano, che ovviamente va al di là dell’evento finale perché tutti sanno che “il viaggio è più importante della meta”. Stiamo già pensando a strutturare la stagione 2022/2023 e chissà che non si possa tornare in un teatro vero coinvolgendo anche Marinella, Lorenzo e Angela, assenti (giustificati) quel sabato e magari creando un gruppo unico con il gruppo storico. Quest’anno, infatti, quest’ultimo si è alternato con quello di CTB per le solite questioni legate all’assembramento. Hanno fatto due percorsi separati e il gruppo “storico” (Mattia, Elena, Max, Maria, Nicola, Gabriella) si è esibito il 4 giugno. Infine una notizia: l’associazione Il Gabbiano ha deciso di partecipare al “Festival del Cinema Nuovo”, un concorso internazionale di cortometraggi interpretati da persone con disabilità organizzato dall’associazione Romeo Della Bella in collaborazione con Mediafriends e con il supporto di Fondazione Allianz Umanamente. Partecipiamo con il corto tratto da “Il Gabbiano coraggioso” e vediamo come andrà a finire. Intanto sui nostri canali on line c’è un’ampia traccia fotografica delle due esibizioni.
Giampiero Remondini