Da qualche mese i posti della comunità Casa Teresa Bonfiglio sono tutti occupati. La decima persona che è venuta a vivere in va Don Gervasini si è già integrata e questo è quello che conta. Si era trovata in una situazione di emergenza e, conoscendola noi da anni, ci ha fatto piacere accoglierla. Senza saperlo, questa persona ha rappresentato una svolta: abbiamo infatti deciso di occupare il posto che fino a quel momento avevamo destinato alle sperimentazioni. Può sembrare un dettaglio, ma non lo è. L’associazione Il Gabbiano crede fortemente nell’importanza di formare all’autonomia. Di abituare, cioè, per gradi, la persona con disabilità a vivere una vita adulta, fuori dal contesto familiare di origine, evitando di aspettare il giorno un cui questo passaggio diventa obbligato, con il trauma psicologico che ne consegue. Il decimo posto rimasto libero per tre anni in via Don Gervasini ha garantito tutto questo. E allora dov’è l’inghippo? In realtà ce ne sono ben due. Il primo è più evidente e consiste nei costi di questa operazione:
- il costo per la famiglia secondo l’ISEE
- il costo per l’ente pubblico che con il proprio contributo rende praticabile la sperimentazione
- il costo per la comunità che, se non ha un ricambio continuo nell’ospitalità, deve lasciare il posto vuoto per un certo periodo.
Il secondo problema è di ordine psicologico: le famiglie sono sempre consapevoli del bisogno dei figli di una vita adulta, ma spesso tendono a rimandare nel tempo questo passaggio delicato. Nessun giudizio, il distacco, anche solo per pochi giorni, è doloroso per chi ha seguito i figli in ogni passo dalla nascita all’età adulta. Ma è bene ricordare che la scelta di non affrontare per tempo questa sfida può ritorcersi contro il figlio, che rischia di trovarsi in età adulta con la scomparsa della famiglia in questa situazione:
- privo di riferimenti conosciuti
- in balìa dei tempi burocratici per la nomina di un amministratore di sostegno (anche per la gestione del suo conto)
- con la necessità di trovare velocemente una qualsiasi sistemazione.
L’intreccio di queste circostanze può produrre un rallentamento nel godimento del diritto a una vita adulta, abituandosi con calma. Ci sono di costi, è vero, ma in fondo “ogni” diritto ha un costo… Si tratta di capire come agire concretamente per consentire anche a quella persona di goderne. Dove trovare i fondi che consentirebbero di aumentare le possibilità di trascorrere periodi “propedeutici” presso strutture simili alla nostra, ove possibile, o, meglio ancora, in mini-appartamenti protetti. Servirebbe un vero e proprio progetto, insomma, che preveda non solo un’informazione costante sui luoghi dove è possibile fare la sperimentazione, ma forse più ancora un percorso di affiancamento delle famiglie nell’accettazione di un passaggio che è naturale per tutti e che quindi deve riguardare anche chi ha una disabilità. L’associazione Il Gabbiano ha fatto la sua parte nella comunità Casa Teresa Bonfiglio, rinunciando a un introito sicuro per salvaguardare un diritto. Ora che non ci è più possibile, mettiamo sul tavolo queste considerazioni insieme all’elenco di alcune delle strutture milanesi accreditate con il Comune di Milano. Alcune hanno più sedi, chi lo desidera può chiamare per informarsi sulle procedure e risolvere le proprie difficoltà. Anche i rappresentanti dei CDD, CSE, SFA possono essere un veicolo di informazione.
Giacomo Marinini
Giampiero Remondini
Ecco alcune delle organizzazioni da contattare per informazioni sul servizio di sperimentazione Azione solidale 02 48304931 www.azionesolidale.com/ |