Entriamo nel ventitre con una frase che Tolstoi fa dire al personaggio di un suo romanzo. Il contesto è tutto diverso, eppure… eppure se uno guarda la fotografia di com’era il cortile di via Ceriani nel 1999 e poi com’è diventato dopo l’inaugurazione del 2004/2005, ha un esempio concreto di cosa può significare “non avere fretta” e allo stesso tempo “non darsi tregua”. Stessa cosa se poi guarda l’immagine di via Don Gervasini, sede di Casa Teresa Bonfiglio, nel 2016 e poi nel 2019.
Ma non è tutta lì la questione.
Per quanto assemblati faticosamente, infatti, quelli restano solo mattoni, quello che conta di più sono le persone. Vista così, “non avere fretta” vuol dire non pretendere risultati da chi ha un limite e quindi non chiedergli tutto “qui e subito”. E allo stesso tempo, però, c’è quel “senza tregua”, che significa non usare quel pretesto per adagiarsi e per non provare ogni giorno a farglielo spostare un centimetro più in là il limite… sapendo che potrebbero volerci mesi e anni. Intorno questo gioco di equilibri si gioca il nostro ruolo di volontari. Di quelli che ci sono e di quelli che, speriamo, arriveranno.
Buon 2023.
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VIA CERIANI
Il cortile di via Ceriani alla fine degli anni ’90… | … all’inizio degli anni 2000… | ….e oggi. | La Sala Azzurra |
VA DON GERVASINI
Via Don Gervasini, esterno, prima dell’inizio dei lavori di ristrutturazione | Casa Teresa Bonfiglio, operai al lavoro al cantiere nel 2017 | Via Don Gervasini, esterno, durante i lavori di ristrutturazione nel 2017 |
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Operai al lavoro in quello che oggi è il salotto | Il salotto, oggi | Inquilini di CTB |