Al Gabbiano andiamo nella solita direzione, perché è troppo tempo che la “sentiamo”. Non è l’unica possibile e molto spesso non è nemmeno la più efficiente… però è la nostra. La nostra direzione ha un punto di partenza: sappiamo di essere qui prima di tutto per risolvere un “nostro” bisogno. Venire al Gabbiano il sabato semplicemente ci piace, lasciamo stare paroloni come “sacrificio”. Questo è il punto di PARTENZA e ce l’abbiamo chiaro. Poi, appunto, c’è la DIREZIONE. Tu vieni al Gabbiano, scopri di stare bene con persone con qualche difficoltà in più e proprio non pensavi. Scopri che con qualcuno ci puoi anche diventare amico e… beh, allora sì, può venirti naturale aumentare l’impegno. Se “senti” la ricchezza interiore di una persona che, tra le mille caratteristiche, ha anche un ritardo mentale (ma ce ne sono anche di rompiscatole tra loro!), se senti che ti sta dando qualcosa lei, non solo che tu stai le dando qualcosa… allora ti viene naturale attivarti perché anche quella persona sia messa in condizione di vedersi riconoscere un diritto. E anche perchè possa godersela un po’, facendo cose semplici insieme, niente di straordinario. Nella nostra direzione, attivarsi non vuol dire rimuovere il limite, che è quasi sempre un tiranno troppo forte, ma vuol dire riconoscere la dignità e la capacità di insegnare qualcosa di quella persona, NONOSTANTE il limite. Vuol dire accompagnarla all’autonomia, a prendersi in mano la sua vita per quanto è possibile. Questa, riassunta proprio all’osso, è la direzione del Gabbiano e dei suoi volontari. A volte prendiamo il vento giusto e si vola. Il teatro, lo si vede in foto, è una grande fonte di vibrazioni, ma non è l’unica. Spesso la stessa energia si avverte anche restando lì in silenzio, senza per forza dover fare qualcosa o raggiungere obiettivi. A volte invece, pur conoscendo la nostra direzione, c’è la bonaccia e tutto sembra immobile. Quando capita aspettiamo un po’, ma non cambiamo strada. Perchè è sempre quella faccenda del limite che si ripresenta, maledizione, e il limite, anche se ci fa inc****re, al Gabbiano lo sappiamo bene: riguarda anche noi e dobbiamo accettarlo.