Tutto è iniziato postando un’intervista aperta aperta sul sito. Ma con domande belle toste sulla disponibilità interiore permanente alla solidarietà, non quei soliti sondaggi strappaclic. S’intitolava “Il tuo filo invisibile”. A oggi sono arrivate 82 risposte spontanee da parte di ragazzi tra i 15 e i 25 anni, che sono entrati sul sito, e con tutta calma hanno risposto. Sempre l’anno scorso, abbiamo portato quel “filo” al Forum delle Politiche Sociali del Comune di Milano e in due scuole superiori, dove abbiamo stuzzicato gli studenti su quelle questioni per niente superficiali (si può essere davvero “felici” da soli o solo e anche gli altri lo sono?). Ma la quarta tappa, cioè la trasposizione teatrale di oggi nella Sala Azzurra di via Ceriani, ha staccato tutto il resto per la capacità di suscitare emozione. Aisha, Alfredo, Mattia, MariaRosa, Elena, Pina, Anna, Gabriella, Massimo, Roberto, Maria, Nicola e Teresa hanno messo in scena “Il tuo filo invisibile”, una rappresentazione ispirata a quei temi, e quello spettacolo era inserito nel cartellone della Civil Week, la manifestazione cittadina che ha coinvolto 720 organizzazioni del Terzo Settore per un tale di 460 eventi in cartellone. Un altro bel tassello del puzzle.
Abbiamo visto ombrelli da cui penzolavano fili colorati, cornicette con gelatine colorate da avvicinare agli occhi per modificare il proprio sguardo sul mondo e molto altro. Dobbiamo dire grazie a questa compagnia mista di attori con disabilità (e volontari) che si sono messi in evidenza come risorse, non come persone bisognose di aiuto. Alcuni di loro sono presenti dal 2006, altri si sono aggiunti strada facendo e hanno preso il posto di chi non c’è più. Grazie a loro e grazie a Patty Giramondo e Livia Rosato, che in condizioni più difficili del solito (poco tempo e poche prove) hanno fatto un mezzo miracolo convincendo tutti che vale la pena insistere. Infatti quello di oggi sarà l’embrione di qualcosa di più evoluto che vedremo l’anno prossimo… magari in un teatro come succedeva prima del Covid… magari con un anno di prove… voi che ne dite, non sembra una buona idea?