Una delle ultime immagini di Anna Chiaia è quella di una gentile signora seduta su una carrozzina, in un bel viale alberato, dentro la casa di riposo dove viveva insieme alle figlie Elena e Fiorella. Il golfino bianco, nonostante il caldo, raccontava più del suo sguardo la stanchezza che l’aveva presa e degli ultimi ordinati sforzi di resisterle; con la forza dell’ umiltà, però, perché lei non andava mai sopra le righe. AI massimo si concedeva qualche veloce incursione nel territorio dell’ironia o dell’autoironia perché l’intelligenza non la puoi reprimere all’infinito e da qualche parte poi viene fuori. Fino all’ultimo si è occupata di Elena e Fiorella come solo una mamma sa fare. Non lo ha mai detto ma gli acciacchi di Elena settantenne come la gemella Fiorella, devono essere stati un tormento per lei. Un tormento a cui ha resistito con il suo stile e cioè con forza, con ordine, con gentilezza e con tanta discrezione. Sapeva che il Gabbiano accoglieva Lei, Elena e Fiorella con piacere ma chiedeva sempre conferme di non disturbare. Disegnava bene e passava le sue lunghe giornate realizzando lavoretli artisticI che poi regalava agli amici o al Gabbiano: la vendita di alcuni suoi disegni sono serviti a raccogliere fondi per la costruzione del progetto “Gabbiano 2000”. Anna Chiaia è stata una donna che ha vissuto con la forza e con la coerenza dei fatti la sua profonda fede cristiana. Il Gabbiano la ricorderà sempre.
(Giampiero Remondini)