Il campanile del X secolo testimonia l’antichità di edifici religiosi nell’area della “chiesa vecchia” di Baggio. La canonica appare, in un mappale del 1575, con un’area a giardino; nel contratto di erezione della parrocchia, del 9 settembre 1628, il proprietario cede ad uso la canonica ed il giardino. Nel 1873 la chiesa di S. Apollinare venne, in gran parte, demolita per essere ampliata e questo intervento dovette comportare anche modifiche all’edificio della canonica , allora composta di due corpi separati, collegati da un portico con pozzo e camino. Durante i recenti lavori a pianterreno, è stato rinvenuto il pozzo e l’imbocco della canna fumaria del camino. La canonica ha quindi subito numerose modifiche, che non ne hanno comunque sensibilmente alterato le caratteristiche di edificio povero, gettato sulla terra. Le stratigrafie hanno riportato a vista, in molti punti, la successione delle stesure di colori a calce, senza elementi decorativi, stesi su un intonaco a doppio strato, composto cioè di una stesura di malta e sabbietta vagliata applicata su un arriccio, cioè su un impasto più grossolano, secondo le tradizionali tecniche costruttive. Le indagini hanno individuato anche la muratura in mattoni pieni, di un’intensa tonalità rossa, segno di una buona cottura dell’argilla. Anche i soffitti a travi e travetti lignei erano stati periodicamente ricoperti di pitture a calce, che potevano avere anche una funzione igienica. L’intervento di restauro conserverà tutti i resti di intonaco antico, che saranno consolidati e puliti; le aree dove la stesura originale è caduta saranno integrate con un intonaco composto di grassello di calce e sabbietta vagliata, steso in due strati, secondo la tecnica tradizionale. Saranno inoltre rimossi a bisturi gli strati più recenti di tinteggio, riportando a vista quello più antico, che sarà poi reso omogeneo con stesure di latte di calce colorato con terre naturali. Gli intonaci più degradati sono quelli esterni, esposti alle piogge e disgregati dall’umidità risalita dal terreno. Le stanze interne portano invece le tracce di periodiche stesure di colore a calce e di interventi, negli anni più recenti, con l’impiego di malte di cemento. Sui soffitti lignei, degradati da infiltrazioni d’acqua che hanno permesso la crescita di funghi , sarà fatto un trattamento di disinfezione. Le stesure di colore sovrappostesi nel tempo saranno eliminate a bisturi per riportare a vista quella più antica. Saranno rese meno evidenti le macchie provocate dalle infiltrazioni d’acqua e infine sarà applicato uno scialbo di latte di calce e terre, per omogeneizzare la tinta antica con quella applicata nelle aree lacunose.
Studio Restauri Formica