Se il pubblico del “Cigno che vola” non ha raggiunto quota 100 è solo perché la Sala Azzurra di Casa Gabbiano, occupata per un terzo dalle quinte teatrali, non poteva fisicamente contenere altre gente. Ma che ottanta persone scelgano, in un’assolata domenica di ottobre, di assistere ad uno spettacolo di ombre cinesi messo in scena dai ragazzi disabili del Gabbiano è una di quelle notizie che si dà volentieri. Lo spettacolo è andato in scena in via Ceriani 3 il giorno della Sagra di Baggio. Per oltre mezz’ora le ombre colorate di cigni, anatroccoli, gatti e galline, si sono rincorse magicamente, dribblando fiori contadini e cacciatori, su un telone bianco come un libro tutto da scrivere e da animare. Gli autori, i protagonisti, erano gruppo di vecchi amici del Gabbiano, che hanno potuto contare sull’ausilio di pochi volontari solo per le questioni “logistiche”: la carrozzina da spostare, il passaggio delle sagome da appoggiare al telo e poco altro. E confezionando sul telo la storia del cigno hanno involontariamente creato un impasto poetico dai mille ingredienti, che andavano tutti al di là del testo rappresentato: c’era il limite, la sua accettazione ma anche la voglia di raggiungerlo, senza la pretesa di strafare. C’era il batticuore e la felicità per il lungo applauso finale, la difficoltà manuale di adoperarsi con forbici e cartoncini per creare le sagome, la fatica di reggerle per troppo tempo, ma anche l’attenzione per i particolari. E ci sono almeno altre due capacità che sono emerse dall’ombra. La prima è quella di dedicarsi fino in fondo a un progetto, che si è tradotta in una forte aspettativa e tanta voglia di partecipazione. La seconda è una sorprendente presenza mentale, intesa come capacità di stare “sul pezzo” senza distrazioni. E questa assomiglia più alla capacità di concentrazione, che non alla seriosità o alla ricerca del perfezionismo. AI Gabbiano ci sono persone disabili che, se opportunamente stimolate, hanno dimostrato di sapersi conquistare la qualifica di “risorsa”. L’Associazione Il Gabbiano Noi come gli Altri ringrazia il Teatro del Buratto per la qualità del laboratorio rivolto al gruppo dei protagonisti, durato appunto due mesi, ed anche per la cura nell’allestimento finale.
Un ringraziamento va anche al Consiglio di Zona 7 che ha creduto in questa proposta e l’ha resa possibile anche con il sostegno economico. Il presidente dottor Pietro Accame era presente.
(Giampiero Remondini)