C’era una volta, tanto tempo fa, in un paese lontano lontano, un picco¬lissimo castello, minuscolo, con minuscole porte ed ancor più piccole finestre. Era bello e perfetto, però era piccolo. Restava lì inutile, nascosto nell’erba, tra fiori di mille colori che si lanciavano luccicanti e inebrianti verso il cielo e finivano con l’oscurarlo. Nessuno aveva mai visto quel castello. Anzi, a dire il vero, nessuno lo aveva mai neppure cercato: si diceva che fosse grigio, diroccato e, per quanto piccolo, spettrale. Ai bambini veniva persino raccontato che in quel postaccio finivano coloro che erano stati cattivi e così tutti lo temevano. Un bel giorno in quel paese lontano, lontano arrivò uno straniero. Un tipo davvero originale, con un grande cappellone rosso a punta, una camicia bianca tutta pizzi e fronzoli, un gilet tappezzato di perline colorate, un paio di pantaloni a strisce e delle scarpe con la punta all’insù. Con un grosso sigaro, enorme come non se ne erano mai visti, andava in giro infastidendo tutti, avvolto da una densa nuvola di fumo puzzolente. A chiunque incontrasse domandava “dove posso trovare il tesoro?”. La gente iniziò a considerarlo mezzo matto: in qualsiasi posto entrasse il Signor Fumo, lì tutti ridevano e se diceva qualcosa, nessuno gli dava retta. Passarono i giorni: piovve, nevicò, i fiori sbocciarono e poi venne l’estate. E il Signor Fumo era sempre li con la sua domanda “dove posso trovare il tesoro?”. Trascorse un altro anno: ripiovve, rinevicò, i fiori risbocciarono e poi venne nuovamente l’estate. E il Signor Fumo era sempre lì con la sua domanda “dove posso trovare il tesoro?” . Poi, un giorno lo straniero sparì: niente più cappello rosso, niente più pizzi e fronzoli bianchi , niente più perline colorate né pantaloni a strisce o scarpe con la punta all’insù. Niente più domande strane né tanto meno fumosi sigari puzzolenti. Sembrerà assurdo, ma il paese si era abituato a quel fastidioso personaggio e così, ben presto , tutti si accorsero della sua assenza.
Venne indetta una riunione cittadina e si votò all’unanimità di cercare il Signor Fumo. I migliori scienziati del paese si misero subito al lavoro e progettarono delle altissime torri dalle quali fosse possibile controllare tutta la vallata. I giovani più valorosi vennero portati in cima alle torri con il compito di scrutare a nord, a sud, a est e ad ovest. Niente, neanche un minimo segnale: del Signor Fumo non c’era traccia. I mesi scivolarono via: come al solito piovve, nevicò, i fiori sbocciarono e venne l’estate. Tutti stavano perdendo la speranza, quando una mattina, al sorgere del sole, uno dei valorosi giovani, come un esperto navigatore che grida “Terra!!” , vide all’estremo nord della vallata una piccola macchia. Si stropicciò gli occhi e guardò meglio. Ora capiva: era certamente una densa nuvola di fumo puzzolente. Chi con i carri, chi a piedi , chi a cavallo, tutti corsero in quella direzione. Alzavano un sacco di polvere, si spintonavano, volevano vedere cosa stesse facendo il Signor Fumo. Attraversarono decine e decine di dorati campi di grano e finalmente arrivarono. Lo trovano lì sorridente che ripeteva sottovoce “ho trovato il tesoro” . Era seduto per terra a gambe incrociate, nell’erba, tra fiori di mille colori che si lanciavano luccicanti e inebrianti verso il cielo. Curvo verso la terra osservava qualcosa. Tutti si avvicinarono e strizzarono gli occhi. E allora lo videro. In fondo, tra le radici dei fiori, c’era un piccolissimo castello che brillava. Più la gente lo guardava, più il castello cresceva. E cresceva, cresceva, cresceva, fin quando fu visibile da tutte le vallate. Quando fu abbastanza grande, il castello spalancò le sue maestose porte tempestate di gemme preziose e lasciò che tutti i cittadini entrassero. Sapete, ancora oggi i nostri amici vivono là dentro: alla corte del Signor Fumo. Quel piccolissimo castello non é più insignificante come era una volta, non credete?
(Maura e Stefania)