Mamma mia. Che dire? Penso sia stata la giornata più dura fin qui. Ci siamo svegliati, dice Massimo, in un perfetto microclima da acquario. Raccolta la nostra roba ancora umidiccia (stanotte è anche piovuto forte e ha bagnato in camera), fatta la colazione piuttosto abbondante ( con la solita scusa che abbiamo bisogno di partire carburanti siamo capaci di mangiarci anche tre brioches a testa), apprestate le bici, siamo partiti da Cyr sur Mer.
Salita per intanto.
Vabbè, finirà.
Ancora salita. E poi? Salita. E adesso? Adesso c’è il Col de la Gineste. “2 km”, ci dice l’autista del camion della spazzatura che proprio dal colle viene. Balle: i km sono 9, molti dei quali durissimi. In più il meteo dà pioggia e invece non piove mai. Si muore di caldo. Abbiamo già dato fondo a tutto quello che avevamo da bere e ci fermiamo per mangiare una mela e un po’ di pane e formaggio. Perché quello sembrava il Colle e invece giri la curva e invece che la agognata discesa ecco che parte un’altra salita.
Il colle della Gineste è infinito. Il colle della Gineste è bellissimo, fa parte del parco delle Calanques, e vi invitiamo caldamente a portarci in gita le vostre signore, magari su una spider rossa. Ma, ciclisticamente parlando, il colle della Gineste è espiazione allo stato puro. E, probabilmente, i nostri non dovevano essere solo peccatucci, stante l’entità della pena. Finalmente arriviamo in cima, quella vera, dell’odiato Colle. Da lì ci rendiamo conto di un particolare che in geografia non avevamo studiato: Marsiglia è sì sul mare, ma completamente circondata da montagne. Devi scavalcarle per entrarci e devi scavalcare per uscirne.
Entriamo in città dopo una bella discesa e facciamo bei viali di avvicinamento al centro. Supermercato, spesa, poi teniamo la strada del porto fino ad arrivare dall’altra parte della città dove, su panchine sporche, vicino ai cassonetti dell’immondizia, in un angolo di prodigioso squallore, consumiamo voracemente il nostro pasto, una scatola di insalata “french dressed” e due banane a testa, una bottiglia di Limonade da 2 l a testa. Poi… poi ovviamente la strada riprende a salire perché dobbiamo uscire da Marsiglia.
Chi pensa che al mare tutto sia piatto, beh venga a farsi un giro da queste parti.
Ve la faccio breve. Imbocchiamo pure la D9, una strada a veloce percorrenza tutta salitone e discesine, guidati da uno stupidissimo Google map. L’ho detto: da domani cartina stradale tradizionale. Basta Google map.
Alla fine della giornata penseremo di essere arrivati in cima al Monte Bianco, invece siamo in un alberghetto in mezzo al nulla dove dobbiamo per forza anche mangiare. Due ristoranti in due giorni è un po’ troppo davvero.
Qui i gregari stanno organizzando la rivolta: vogliono un giorno di riposo. Domani la Camargue. Puntiamo su Saint Les Maries de la Mer. Il nostro amico Sandro, che l’ha fatta oggi, ci istruisce al telefono per l’itinerario.
La Camargue è tutta piatta. Speriamo che stanotte non crescano le montagne anche lì.
Baggio – Gibilterra sono circa 2500 km. Scegliendo di contribuire con un centesimo a km, ad esempio, si doneranno, a meta raggiunta, 25 euro per l’acquisto del pullmino per Casa Teresa Bonfiglio. Con 2 centesimi il contributo diventa di 50 euro, 10 centesimi significheranno 250 euro all’arrivo e così via. Chi vorrà potrà contribuire con un bonifico all’Iban IT44J0306909606100000117955, (Associazione Il Gabbiano – Noi come gli altri) o sul sito a https://www.gabbiano.org/donazioni/ Non dimenticate la causale: #pedalareperunpullmino |