Non posso negarlo: anch’io faccio fatica a mettere giù la penna, a chiudere la storia. Ed infatti la storia si chiuderà solo domani, quando finalmente saremo riusciti ad imbarcare Massimo e la sua mitica Trek. Domani dunque ultima puntata dal titolo: l’improbabile imbarco della bici di Charlie.
Questa cosa dello scatolone 70x30x-non-so-quanto, in cui ci deve entrare la bici smontata, qualche preoccupazione ce la dà. E solo quanto la vedremo sparire dietro al banco del check in questa storia sarà veramente finita. Mitica la Trek di Charlie, perché, a parte le 5 forature ed i 2 raggi rotti, è andata come il vento. Anche Charlie è andato come il vento, che infatti il manager ci ha già fatto sapere che l’anno prossimo sarà lui il capitano e io il gregario…. vabbè. Che poi i raggi rotti, ce l’ha spiegato l’ultimo ciclista che ci ha messo mano, sono perchè la Gravel (la sua bici, appunto) non è pensata per tenersi ben più di venti kg in groppa (a parte la botta che gli ho data io centrandola in pieno a Diano Marina…).
Dicevo che faccio fatica a metter giù la penna. Ma la notizia che la raccolta fonti è a quota 13 mila euro, mi dà l’occasione per condividere ancora qualche pensiero. La raccolta è andata un po’ come il viaggio, sembra, di pari passo. Il botto iniziale, le speranze dell’intervento di qualche grosso finanziatore dopo gli exploit mediatici, il rallentamento, le salite, la ripresa degli ultimi giorni ed ora, come x Gibilterra, siamo a due passi dal traguardo e non sappiamo come raggiungerlo.
Qualcuno ci ha detto che avrebbe aspettato la fine: bene. E comunque con 13 mila euro un buon mezzo ce lo portiamo a casa. Chiedo a Claudio B, a Giacomo, a Maurizio, a Laura e Federica, a tutti insomma, di cominciare a guardare gli annunci.
Non sopporto quegli spettacoli in cui tutti ringraziano tutti in un’orgia di autocompiacimento. Tuttavia siete stati eccezionali. 13 mila euro non sono solo un mucchio di soldi, sono anche un sacco di gente. Significa che non solo avete contribuito, ma avete anche coinvolto tanti amici.
E allora qui si pone un problema non da poco (dovremmo forse avere un piano? Non ce l’abbiamo ): mo’ come vi ringraziamo?
Un aperitivo collettivo? Una copia della foto autografata di Gino Bartali (io ce l’ho)? Un bacio sulla fronte? È un problema, perchè ieri, pensandoci con Marina e Paola, ci siamo accorti di una mancanza fondamentale: non abbiamo i vostri indirizzi. A parte quelli di chi conosciamo personalmente. Oltre che per un ringraziamento personale, questo è un problema anche per il riscontro che si voleva dare per il versamento.
Questo lo risolviamo in parte: mandate i vostri dati a associazionegabbiano@tiscali.it e risolviamo.
Quanto al ringraziamento, poi, si potrebbe chiedervi di passare al Gabbiano o in Comunità in occasione della festa di Baggio (terza domenica di ottobre). Potremmo anche pensare di esporre la mitica Gramaglia di Tino (l’unica bici finora rientrata a Milano via nave) che lui non sa ancora se bruciare con gesto artistico (un happening insomma), mettere all’asta o regalate al primo che passa. Bici in realtà molto amata dal Tino e costruita quarant’anni fa da Gianni Auro (che ci ha precocemente lasciati pochi anni fa), bici che ha percorso parecchie migliaia di km in Austria, Germania, Svizzera, quando Tino e un gruppo di altri presidi suonati come lui erano usi organizzare goliardiche (posso dirlo perchè, in una sola occasione, come direttore di Cdd, sono stato ammesso a partecipare e copedalare) pedalate di 4-5 giorni in giro per località amene.
Ci piacerebbe stringere la mano a tutti, a quelli che hanno contribuito con messaggi quasi quotidiani, cui non abbiamo potuto rispondere, ma che, vi assicuro, ci scaldavano il cuore ed i muscoli (in assenza di un massaggiatore al seguito, i vostri commenti sono andati benissimo). Quando ci rimproveravate di mangiare di merda, quando ci supplicavate di fermarci per una giornata di riposo perché non avevate nè la voglia nè il tempo di presenziare al nostro funerale. Tanti amici, colleghi, persone che da tempo non incontriamo e che ci hanno meravigliato per l’affetto e la vicinanza che portavano. Pazzesco. Incredibile: questa è stata un’esperienza incredibile, quella che ti dice, testimonia in qualche maniera, che il mondo è infestato non solo di mosche, cartacce e cacche di cani, ma anche da un sacco di tenerezza, di attenzione. Il mondo è infestato da un sacco di angeli, come voi, e questa resta la scoperta più sensazionale di questo viaggio. Non è stato necessario andare sulla luna, come Armstrong, Collins ed Irvin: è bastato pedalare ( sì, vabbè, quasi sempre pedalare) fino a Gibilterra per capirlo.
Domani ultima puntata: non perdetela. Magari ci mettiamo in allegato anche la bandana di Pantani.
E A CASA TERESA BONFIGLIO, INTANTO?
Una foto delle finestre di CTB non basta a raccontare la partecipazione del gruppo di operatori/trici e degli ospiti all’impresa di Claudio, Massimo e Tino. Ecco allora il video lungo le vetrate di via Don Gervasini, dove ha sede la comunità, che testimonia l’impegno e la voglia di attivarsi, di non stare fermi ad aspettare gli eventi. Ospiti e operatrici/tori di Casa Teresa Bonfiglio hanno lavorato insieme ai cartelloni, hanno disegnato, hanno scoperto i piatti francesi e spagnoli, i monumenti, le squadre di calcio. Hanno festeggiato i primi 1000 km dei tre, la scelta di “giocare il jolly” prendendo l’auto per una tappa, hanno stampato alcuni dei post… fino a rappresentare l’immagine di Gibilterra e di un pullmino che, grazie alla partecipazione di Baggio (e non solo di Baggio!), sembra proprio che stia per diventare una realtà.