LINEA A CLAUDIO E MASSIMO, IN BICI PER REGALARE UN PULLMINO A CTB:
La spettrale Gandia stamattina sembra un po’ animarsi. Un immenso sole sale dal mare e si infila tra i grattacieli. Lo spettacolo è suggestivo. Ci svegliamo presto, ma le abluzioni e, soprattutto, il riordino borse, prendono un sacco di tempo e l’idea di fare il record (partire prima delle 9.30) svanisce alla svelta. Il bucato poi non è proprio asciutto, per cui andiamo di phon fin quasi a fondere il motore. Quando però scendiamo per la colazione, scopriamo che hanno appena aperto le porte e siamo i primi ad approfittare del ricchissimo breakfast. Qui c’è il solito busillis: che faccio? Mi riempio il piatto come se fossi appena stato rilasciato da un gulag nella taiga dopo anni di fame e stenti e comincio a trangugiare senza ritegno come un ruminante ossessivo, Oppure mi comporto da persona civile e però finisce che mangio molto meno? Forse il fatto di vedere una comitiva di anziani abbuffarsi come se fossero invitati all’ultima cena prima dell’esecuzione, o forse per una vaga reminiscenza delle buone maniere insegnatemi la mia madre, questa mattina non abuso. Di Charlie non dico, perché il suo piatto di brioches potrebbe essere distribuito alla colazione di un asilo senza che nessun bimbo sia privato della sua.
Non che abbia avanzato niente, intendiamoci. Comunque anche la mia colazione troppo modesta non è, perché per tutto il giorno non sentirò più il bisogno di mangiare nulla.
Ritirate le biciclette dal solito deposito bagagli, non è che si parta proprio subito. Mettere le borse e fissarle è un problema che ogni mattina si ripropone nuovo. Soprattutto per le mie due borse anteriori che ad ogni buca tendono a sganciarsi. E comunque Charlie deve prima sistemare tutti i cavi della sua Soijuz, collegando il Power Bank al telefono, il telefono agli auricolari, gli auricolari alle orecchie che, si sa, stanno sotto al casco che però lui si è già messo. Dopo un quarto d’ora che lo aspetto, come ogni mattina, finalmente anche lui mette in movimento i pedali.
Seguiamo il maps che ci fa zizzagare nei dintorni fino ad infilarci su una bella ciclabile apparentemente infinita. Poi gli aranceti, le strade rurali, le buche, le sterrate. Alle 12 maps ci butta sulla N332. Ma non è la 340. La strada è più normale, meno trafficata, attraversa i paesi, ogni tanto ci si può pure fermare. La sete è devastante; dopo una sosta in un bar on the road dove ci scoliamo quattro coca-cola in due, ci si riferma al super dove ci compriamo un’altra coca ed un’aranciata. A mesdì abbiamo già ingerito quasi due litri di coca a testa. Fortuna che a noi l’antidoping non ce lo fa nessuno.
Poi la strada sale. Ma si sapeva, il problema è come sale. Ci va bene: salita costante senza strappi in uno scenario montano bello e selvaggio. Scolliniamo e ci fermiamo a finire gli avanzi della mia borsa all’ombra di un carrubo. Il pane però è immangiabile, il taboulet di ieri così così e lo mangia solo Massimo, il caprino sta da tre giorni nella borsa ma si lascia ancora mangiare, la marmellata di ciliege ormai è un po’ rancida ma io non ho fame ed ho voglia solo di dolci. Così la finisco.
Non so perchè vi racconto questi macabri particolari
Probabilmente per suscitare altra pietas.
La discesa è una bella sorpresa. Lineare, pulita e bella lunga, anche se il vento contrario qualche volta ti costringe a pedalare x non rischiare di fermarti. Poi altra ascesa ed altra discesa, più o meno di uguale intensità. Il più è fatto. Però sono stanco e chiedo a Charlie l’ultima sosta a una decina di km dall’obiettivo. Così, seduto sul marciapiede di un tornante, mi addormento. Massimo ha un problema ad una gamba; già che siamo in sosta mandiamo un filmato sul problema a Giulio, il nostro fisioterapista da remoto. Apprendiamo essere il vasto laterale, parte del quadricipite, problema comune quando esageri sotto sforzo. Seguono indicazioni minute su trattamenti ed esercizi. Riprendiamo la strada verso Benidorm, meta di stasera, e, seguendolo da presso, mi accorgo che la posteriore di Massimo balla ancora. Stavolta non gli sono andato addosso, giuro. Quando vedo un negozio di meccanico ciclista fermo il socio e lo informo che la sua ruota balla di nuovo. Il ciclista ha l’aria di essere un grande. Sul suo ponte stanno solo Ferrari. In vendita solo fuoriserie. Esce, controlla, sentenzia: partito un altro raggio. In mezzora ce l’ha bell’e riparato. Più camera d’aria di scorta e guanti nuovi per Charlie, ci fa un po’ di sconto in virtù della nostra buona causa.
Il mio guru della logistica ha scovato a poco prezzo un albergo sopra la stazione dei pullman di Benidorm. L’albergo é dignitoso, la stanza bella, ma i dintorni fanno impressione. Muri sfondati, ambienti lunari, giovani e anziani senza fissa dimora ovunque.
Strana questa Spagna. A volte moderna e raffinata, a volte paese del terzo mondo. Manco da noi, devo dire.
Visto il circondario, facciamo la spesa al super per mangiare in camera.
Uva, datteri, un litro di latte, torta.
‘Na sciccheria.
Perchè vi racconto sempre del menù? Mah: per farvi invidia, ovvio.
Baggio – Gibilterra sono circa 2500 km. Scegliendo di contribuire con un centesimo a km, ad esempio, si doneranno, a meta raggiunta, 25 euro per l’acquisto del pullmino per Casa Teresa Bonfiglio. Con 2 centesimi il contributo diventa di 50 euro, 10 centesimi significheranno 250 euro all’arrivo e così via. Chi vorrà potrà contribuire con un bonifico all’Iban IT44J0306909606100000117955, (Associazione Il Gabbiano – Noi come gli altri) o sul sito a https://www.gabbiano.org/donazioni/ Non dimenticate la causale: #pedalareperunpullmino |