3 deficienti.
I ragazzi della comunità, gli operatori, e tutti voi che ci avete creduto, vi siete affidati a 3 deficienti. Avete affidato i vostri soldi a tre deficienti. Ormai non possiamo farci niente. È un fatto. E, ciò che è peggio è che il capo indiscusso dei deficienti sono io.
Questo mi ruga non sapete quanto, perchè superare così largamente Massimo e Tino è veramente imbarazzante.
Perchè io ho detto C66 stamattina. Dai andiamo a ridare un’occhiata alla città col chiaro, ho detto. E poi?
Poi C66.
Gli altri due soci di questo club esclusivo non hanno sentito il bisogno di controllare. C66 andava bene a tutti.
La cosa ancora peggio è che, quando sei vecchio e fai errori così clamorosi li attribuisci assolutamente ad un decadimento irreversibile. Ieri non ero così, ieri non sarebbe successo. La tua autostima, il tuo orgoglio, il tuo entusiasmo li raccogli con scopino e paletta.
Per questo abbiamo pedalato abbacchiati, in silenzio per 3 ore.
La C66 va dalla parte opposta. Noi dovevamo prendere la N2, la nazionale 2, non la C66.
Questo è il fatto e un fatto così è come un gancio di Cassius Clay alla prima ripresa. Voli fuori dal quadrato e non ti riprendi più; nessuno più scommetterà su di te, stanne sicuro. Possiamo addurre a difesa il fatto che avevamo messo nel mirino Calella de Palafruggell? Che a pochi km di distanza gli spagnoli chiamino 2 città con lo stesso nome? Questo ci giustifica? Ma figurati!
A Corca, per fortuna, Tino chiede stop caffè. Belli rilassati, caffè con il pacchetto di biscotti ancora intonso: il pranzo di oggi. Qualcuno controlla, non so perchè. Abbiamo già fatto 30 km dei 51 previsti oggi. Ma Google maps, dopo 30 km ci dice che ne mancano 69… qualcosa non torna. Infatti. Stiamo andando a Calella de Palafrugell, non a Calella e Basta.
Vediamo sulla cartina le strade che ci riportano sulla retta via. Ne scegliamo una, partiamo, tutta salita. Chiediamo e ci rispondono, terribile! La vedete quella montagna là? Io dico andiamo, ormai ci tocca; Tino dice di non farcela più, vuole tornare a Girona e da lì prendere il treno per la Calella Giusta. Alla fine concediamo che é il minore dei mali.
Facciamo pochi km e a lui riparte il male al ginocchio. Massimo intanto è imprendibile. È tutta mattina che in salita va come un matto (doping?). Mi fermo con Tino a bordo strada e cerchiamo di fermare un furgone per fargli risparmiare qualche km fino a Girona. Si ferma una coppia di anziani con una Cherokee; che bravi, gentili, ma non ci sta Tino più bici, grazie lo stesso. Dopo 10 minuti tornano indietro. Togli la ruota che ti portiamo qualche km. E così Tino se la fila in macchina. Inseguo a tutta e dopo un po’ riprendo Charlie. Poco più avanti ecco Tino, già scaricato. Vabbè s’ è guadagnato 5 km, forse neanche. Pedaliamo scorati fino a Girona. Riecco le mura, la cattedrale, tutto come stamattina. Boys! A Girona si va in stazione. 58 km e siamo al punto di partenza. Come a Monopoli, la casella deficienti ti rimanda al via.
In treno fino a Macaner, poi cambio fino a Calella. La tappa di oggi. Se l’avessimo fatta subito giusta avremmo fatto molti meno km. Secondo argomento: il Pessina. Il ginocchio da giorni non migliora. Peggiora. Già da qualche giorno ne parliamo e ci diciamo che così non può continuare. L’alternativa è un’iniezione dal veterinario o il rientro a casa prima che la cartilagine sia consumata del tutto.
Era già deciso, ma abbiamo preferito non anticiparvelo, per non perdere audience. Tutte le sue fans. Prenderà la nave a Barcellona. Sicuramente è la cosa migliore. Del resto gli amici sono quelli con cui fai un pezzo di strada, non ci condividi mica la vita. E con lui abbiamo condiviso metà del viaggio. Va a casa Tino, che un po’ di riposo te lo sei meritato e guadagnato. Lui era riluttante, comprensibile. L’abbiamo convinto col fatto che sulla nave la bici non paga. Un affare.
Così la notizia è che da domani saremo in due. Mi ricorda un po’ quella faccenda dei dieci piccoli indiani…
La nota positiva però c’è. I suoi amici Enzo e Teresa ci aspettano a Calella che oggi è in festa. Un sacco di gente, tutti i locali strapieni. Enzo e Teresa, genovesi coi figli trapiantati qui, ci portano in un bellissimo posticino per offrirci un’ottima cena. Stasera due angeli ci volevano che la giornata era stata un indiscutibile disastro.
PS di domenica 26 ore 9,24 . Qui a Calella c’è la fiera. Tra le altre cose ci sono le gare degli “Ironman” cosiddette.
Arrivati in albergo la receptionist ci ha chiesto se fossimo Ironman.
“200 anni in 3” le ha risposto Massimo… vabbè.
Baggio – Gibilterra sono circa 2500 km. Scegliendo di contribuire con un centesimo a km, ad esempio, si doneranno, a meta raggiunta, 25 euro per l’acquisto del pullmino per Casa Teresa Bonfiglio. Con 2 centesimi il contributo diventa di 50 euro, 10 centesimi significheranno 250 euro all’arrivo e così via. Chi vorrà potrà contribuire con un bonifico all’Iban IT44J0306909606100000117955, (Associazione Il Gabbiano – Noi come gli altri) o sul sito a https://www.gabbiano.org/donazioni/ Non dimenticate la causale: #pedalareperunpullmino |