Allora cominciamo dalla fine. Massimo e Tino sono di sopra che tirano i soliti fili per stendere la roba ancora non perfettamente asciutta. Loro sono quelli del lavoro sporco. Io invece sono qui da solo nella hall dell’hotel Ibis dell’Aeroporto di Montpellier. Hotel super tecnologico e modernissimo dove, solo per capire come salire al terzo piano in ascensore, ci abbiamo messo 10 minuti. Poi la solita ragazzina sveglia, dopo la quinta volta che ci vedeva tornare al pianterreno, si è impietosita e ci ha spiegato come fare. A piedi avremmo nel frattempo potuto fare 46 piani almeno…
Ora mi sorbisco una Orange Schweppes pagata ben 3 euro al distributore automatico. Ho fatto questo sproposito perché oggi me lo sono meritato. Ce lo siamo meritato tutti, ma non è che adesso porto agli altri le bibite in camera, non esageriamo. Tornavamo dal centro in autobus e abbiamo visto il servizio al Tg1 della RAI sul nostro viaggio. Anzitutto grazie ad Anna, che lo ha realizzato, e a Giampiero, che sta gestendo tutto il lavoro di informazione. E poi speriamo che finalmente la gente dica: lo ha detto la televisione, quindi è vero, lo stanno facendo davvero, e contribuisca all’acquisto del pulmino con cifre spropositate tipo quelle che spendo io in Schweppes e Orangina.
Tornavamo in autobus dal centro di Montpellier, dicevo, perché la missione di oggi era riuscire a lavare e far asciugare i panni che ormai da tre giorni emanano cattivo odore di umido e muffa nelle borse di plastica infilate nelle borse della bici. Siamo andati in autobus perché siamo lontanissimi dal centro e, checché ne dica la RAI, arcistufi di biciclette. Il capolinea a Place de l’Europe, poi, distava solo 5 minuti a piedi dall’unico negozio di lavatrici a gettoni ancora aperto, negozio che stava proprio di fronte all’unica pizzeria ancora aperta la domenica sera in tutto questo mortorio che porta il nome di Montpellier. Quindi un’operazione millimetrica, perfettamente riuscita, che ci ha consentito nell’ordine di lavare e asciugare i panni (il funzionamento dell’asciugatrice è stato reso possibile grazie all’aiuto di un ultraottuagenario locale) e mangiare la pizza in tempo per prendere l’ultimo autobus verso l’aeroporto. Tutto merito di Massimo che con il suo smartphone riesce a fornire prestazioni logistiche tali che ci aspettiamo che la NASA ce lo freghi da un giorno all’altro.
A Montpellier? Sì perché qui dobbiamo fermarci per cercare domani un meccanico che ripari la ruota della bici di Massimo.
Quindi oggi solo 44 km. Un trasferimento. Una bagatella. Roba da bambini, e così ci siamo poco idratati e male alimentati. Soprattutto io.
Ma 44 km col Mistral sul naso non sono come 44 km sulle giostre. Sono il solito massacro che trova modo di palesarsi anche nelle tappe più facili.
Era anche andato tutto bene, tante belle piste ciclabili, la stupenda spiaggia di Grand-Motte, un veloce bagno refrigerante, la solita sosta in un bel parco cittadino per consumare tre pomodori schiacciati dal peso delle borse e un pezzo di pane molto raffermo spalmato con riette di cinghiale, sole e vento fresco. Sì, controvento fresco, Mistral serio e teso, senza un attimo di tregua. Come pedalare in salita. Tino propone di affrontarlo di bolina, con bordi di 90 gradi, ma la ciclabile è troppo stretta. Alla periferia di Montpellier non ce la faccio più. Tino e Massimo sono sempre più lontani, mi devo fermare spesso, a volte ho l’impressione che sia il vento a fermarmi, che mi respinga indietro. Non ci vedo più, non ne posso più.
Loro mi aspettano e mi scortano fino all’Ibis. Crisi da no-sugar baby. Cioè baby, non si può marciare se non prendi zuccheri. Lo sai. Mi butto sul letto così e ci resto immobile per quasi un’ora. Poi piano piano mi rimetto in piedi, la doccia e andiamo a lavare la roba. Con la camicia di Massimo, che io non ho più niente da mettere. Oggi ho visto bene i miei soci.
Bene.
Loro ce la faranno.
Ci ha fatto piacere anche il servizio in TV : chissà che il pulmino lo compriamo davvero….
Baggio – Gibilterra sono circa 2500 km. Scegliendo di contribuire con un centesimo a km, ad esempio, si doneranno, a meta raggiunta, 25 euro per l’acquisto del pullmino per Casa Teresa Bonfiglio. Con 2 centesimi il contributo diventa di 50 euro, 10 centesimi significheranno 250 euro all’arrivo e così via. Chi vorrà potrà contribuire con un bonifico all’Iban IT44J0306909606100000117955, (Associazione Il Gabbiano – Noi come gli altri) o sul sito a https://www.gabbiano.org/donazioni/ Non dimenticate la causale: #pedalareperunpullmino |