di Giacomo Marinini
Questo mese è stato per me emotivamente forte e doloroso. Sono decedute, oltre ad Alessandro Colombo, di cui ho scritto, altre due persone molto care: Edda Tioli e Giorgio Montingelli.
Nell’anno 1985, al seguito della pastorale “Farsi Prossimo” del cardinale Carlo Maria Martini, nacque nella parrocchia S. Apollinare il gruppo H (Handicap). Teresa Bonfiglio, Edda Tioli e altri ancora furono gli iniziatori di quel movimento spontaneo di accoglienza delle persone con fragilità che nel 1987 si trasformò in Associazione il Gabbiano-Noi come gli Altri che attualmente, come noto, è operativa in via Ceriani 3 con diversi progetti rivolti alle persone disabili e loro famiglie. Sono pertanto riconoscente anche a questa donna che ci ha insegnato la strada da seguire e amplificare. Edda è stata molto e profondamente religiosa non solo in modo spontaneo, ma anche sostenuta da una profonda conoscenza e interpretazione dei testi biblici. La sua è stata una caratteristica direi di grande accoglienza, del “tutto capire e tutto perdonare”. Mai sbilanciata verso una teoria o l’altra, ma prossima all’ascolto, alla riconciliazione e al perdono.
Nel 2006 Giorgio Montingelli, membro dell’associazione dei commercianti di Milano, venne a sapere del Gabbiano e incaricò un giornalista de “Il Giorno” di scrivere un articolo su Baggio e su di noi. Poi dopo l’articolo, invitò l’allora Sindaca Letizia Moratti a venire a Casa Gabbiano per fare la nostra conoscenza e vedere i lavori di restauro e nuova costruzione da noi realizzati.
Ricordo che in quella bella occasione, feci notare alla Signora Moratti che il Campanile del decimo secolo della Chiesa vecchia, aveva un fuori asse dal colmo del tetto di diversi centimetri e della necessità di un suo consolidamento strutturale . Lei senza battere ciglio chiamò sui due piedi la Banca del Monte di Lombardia che permise di far fronte economicamente al restauro e consolidamento dello stesso. Giorgio non si limitò a questa occasione ma ci aiutò ancora grazie agli amici commercianti con contributi continui goccia su goccia che ci permisero di abbattere e ricostruire con il recupero dei suoi mattoni antichi e ripuliti il muro, allora pericolante, che divide il cortile del Gabbiano con il sagrato della chiesa vecchia. Anche con Giorgio ho un senso profondo di riconoscenza. Nelle sue ultime volontà ha lasciato detto: al mio funerale non fiori ma una donazione all’Associazione Il Gabbiano – Noi come gli altri.