Immaginiamo che la persona più fragile non sia percepita solo come portatrice di bisogni, ma che sia, invece, capace di configurarsi come soggetto attivo, con un ruolo preciso nella comunità. Su questa sollecitazione l’associazione InCerchio ha coinvolto il Gabbiano in un progetto realizzabile grazie a un bando di ActionAid, che durerà otto mesi e che s’intitola “All rights: Workshop Laboratori e Servizi per favorire la consapevolezza sui diritti delle persone con disabilità”. Al centro di questo progetto ci sono i diritti delle persone con disabilità intellettiva. L’idea è di avviare un percorso che ha l’obiettivo di regalare loro più conoscenza e quindi più consapevolezza di sè. Tutto è proporzionato alle possibilità effettive della persona e alle sue potenzialità, che però devono poter essere espresse nella loro totalità. E allora per un sabato pomeriggio al mese il Gabbiano ospiterà un laboratorio su questi temi (è anche previsto un focus particolare sulle donne con disabilità intellettiva) che coinvolgerà alcuni dei nostri amici del sabato perché diventino sempre più protagonisti delle proprie scelte. Il progetto inizia il 10 febbraio e si conclude a maggio, per riprendere a settembre e proseguire fino a dicembre. Le attività sono declinate in un linguaggio ludico-educativo, hanno una durata di un paio d’ore e si inseriscono nella normale attività della nostra associazione. Ma il 2024 del Gabbiano vede anche la riconferma di quello che ormai è un caposaldo per la nostra associazione: il teatro. Attenzione a non cadere nell’equivoco di interpretare questa attività come qualcosa di accessorio, cioè in un tran tran che si risolve nel saggio con l’applauso scontato. Non è così. Dal 2006 l’associazione Il Gabbiano dà mandato alla compagnia Pattygiramondo di sviluppare un progetto teatrale perché crede nell’efficacia di un percorso che purtroppo non può riguardare tutti (ma abbiamo sempre previsto un momento di “animazione” generale), ma che ha una presa fortissima su coloro che partecipano. Ci sono infatti significati che vanno più in là dell’evento finale.
Il teatro sviluppa la narrazione di sè attraverso l’espressione corporea e questo è un punto di forza per le persone con difficoltà nella comunicazione verbale – spiegano le curatrici del laboratorio Patrizia Battaglia e Livia Rosato (quest’anno coadiuvate da un super collaboratore come Claudio Madia) -. L’esplorazione di linguaggi espressivi diventano fonte di consapevolezza di sè.
L’idea di quest’anno è di riprendere e ampliare il progetto del “filo invisibile” dell’anno scorso. Esistono un tempo libero e un tempo utile, oppure ciascuno di noi ha un unico tempo a disposizione e deve scegliere quale significato dargli? E non è forse possibile che a legare insieme tutte le frazioni di tempo (scuola, lavoro, svago, famiglia, ecc) possa essere il filo della “disponibilità interiore permanente alla solidarietà”, secondo l’intuizione di Gianfranco Ravasi? La domanda è esistenziale, ma viene declinata in un linguaggio semplice e leggero. Stiamo lavorando per inserire anche stavolta lo spettacolo nella Civil Week, la grande manifestazione cittadina che nel 2024 (9 -12 maggio) ispira all’art. 118 della Costituzione e al principio di sussidiarietà. Secondo quella disposizione, lo Stato deve fare la sua parte, ma anche i cittadini e le associazioni devono impegnarsi e fare la loro per garantire il benessere a tutti. Mettendosi in gioco entro i propri limiti, i nostri amici del sabato pomeriggio ci insegnano a fare la stessa cosa senza tirarsi indietro. Questo doppio percorso laboratoriale affiancherà la normale attività del sabato pomeriggio.