Gestita dalla Cooperativa Sette, la Cascina Nuova di Rosate sorge all’interno di un ampio spazio verde dove, tanto per rendere l’idea, il rumore delle auto giunge come un’eco appena percettibile. Dal 1989 la Comunità opera come centro residenziale di pronto intervento, è aperta ogni giorno dell’anno ed ospita temporaneamente persone in difficoltà di età compresa tra i 16 e i 50 anni, nell’area dell’handicap psicofisico e del disagio sociale. Si propone, quindi, come supporto a quelle famiglie che per un determinato periodo si trovano nell’impossibilità di offrire il sostegno ai propri figli. Durante la settimana si organizzano attività espressive e riabilitative che spaziano dall’esercizio fisico alla visione di film in videoteca fino alla musica e all’arteterapia. L’atmosfera che si respira è molto familiare. “Ospiti ed educatori – dicono alla Cooperativa – si sforzano di vivere il quotidiano nell’attenzione reciproca e nel rispetto dei limiti di ciascuno. C’è la consapevolezza che le differenze interpersonali possono, se valorizzate, rivelarsi una ricchezza per tutti”. Dall’estate del 1995, inoltre, il complesso si è arricchito di una nuova struttura esterna, davvero molto accogliente, utilizzata come salone-atelier per lo svolgimento delle attività ricreative, manuali ed espressive. Per qualche giorno il nostro amico Alessandro è stato ospite della Cascina. Un sabato di gennaio siamo andati a trovarlo e abbiamo riscoperto, casomai ce ne fosse stato bisogno, l’importanza di realizzare anche qui, nella nostra zona, una struttura con caratteristiche simili. Come già spiegato nel dossier di Natale, il Progetto Gabbiano 2000 prevede proprio la realizzazione di un Centro Residenziale Handicap (CRH) idoneo ad ospitare dieci persone disabili, secondo gli standard della Regione Lombardia.
Sabato 16 gennaio alle 14,45 appuntamento in piazza S.Apollinare, ritrovo solito, per partire verso la nostra meta: Comunità alloggio Cascina Nuova a Rosate. Passati i soliti “cinque minuti di ritardo” facciamo l’appello e, finalmente, ci siamo tutti, diciassette persone, un gran bel gruppo. Partiamo alle 15,30 e alle 16 arriviamo dal nostro amico Alessandro. E anche se la nostra voleva essere una sorpresa qualcosa (o qualcuno … ) ci dice che lui sia già stato informato … Stefano, un educatore, ci accoglie per primo e ci fa accomodare in una bellissima sala, dove aspettiamo i “padroni di casa”.
La sala è utilizzata durante la settimana per svariate attività ma per oggi pomeriggio diventa il nostro salotto per la merenda. Non abbiamo nessun problema ad ambientarci e i ragazzi si mettono subito comodi sul divanetto e sulle due poltrone, creandosi subito un angolo “loro” dove chiacchierare in totale tranquillità. Sembra quasi che tutti siano già stati qui molte volte ed effettivamente, almeno per due o tre di loro, è davvero così. Si guardano intorno esaminando l’ambiente e continuano a ripetere quanto è bello il posto e quanto sono contenti di esserci venuti. Ma finalmente … arriva! Alessandro, il nostro caro amico Alessandro, col suo carico di simpatia e il suo tifo per la Juve ci sta raggiungendo nell’atelier (così è chiamata la sala dove ci troviamo) e quando ce ne accorgiamo ci avviciniamo alla porta per accoglierlo. E’ un momento molto bello, pieno di abbracci, baci, pacche sulle spalle e tanta, tanta gioia di stare insieme. Ecco, adesso arrivano anche gli educatori con i ragazzi ospiti in Comunità. Portano vassoi con tazze, the pandoro e panettone, zucchero, biscotti , ecc … Sembra proprio che oggi faremo una merenda da signori . Noi abbiamo già sistemato tavoli e sedie, quindi c’è tutto, siamo pronti per mangiare. Tutti si sistemano attorno al grande tavolo aiutandosi a vicenda. I due gruppi sono già diventati subito uno solo; i ragazzi chiacchierano tra di loro ponendosi a vicenda domande, scattando foto e si ride molto. Il rapporto tra ragazzi sembra quello che c’è tra vecchi amici: è come se si conoscessero da anni.
Anche se ognuno parla di cose sconosciute a chi ascolta, non ha nessuna importanza: l’importante è solo stare insieme. Elvio è tutto preso negli appunti che serviranno per questo articolo, Alessandro cerca di convincerci che la Juve vincerà lo scudetto, mentre Roberto prova a vincere la sua timidezza sillabando il suo nome. E poi, più in là, c’è Natalina che si lamenta, e quindi vuol dire che sta bene, Nicola alle prese con un servizio fotografico, Michela che ride e tutti gli altri che, anche se non nominati, danno la loro pennellata a questo quadro di serenità. Inventiamo subito un gioco di memoria per fare conoscenza utilizzando i nostri nomi: ci dividiamo in due gruppi, il Gabbiano e la Cascina Nuova.
Ciascuno dei due gruppi deve indovinare il nome di ogni ragazzo del gruppo opposto. Sembra di fare un gioco a premi visto che ogni volta che si indovina, in loro è visibile una grande soddisfazione, quasi che la risposta giusta implichi la vincita di un premio. Ma quando ci si diverte e si sta bene il tempo passa più in fretta. In un attimo arrivano le 17,30 ed è ora di tornare a casa. Qualcuno è così contento che chiede di ritornare, o di fermarsi ancora un po’, di continuare, insomma, a vivere quel momento di tranquillità che si legge nei loro occhi. Alle 18, circa, siamo di nuovo in piazza S.Apollinare dove, appena scesi dalle macchine i ragazzi si “lanciano” su chi non è venuto con noi per raccontare come abbiamo passato il pomeriggio: i nuovi amici, il saluto di Alessandro, la merenda, il gioco, ecc … E c’ è una volta di più l’impressione che uscire, fare qualcosa di “diverso”, che per un volontario puo’ essere una cosa di tutti i giorni, per i nostri amici è un momento molto importante. Lo vivono attimo per attimo in modo intenso. Ed è bellissimo lasciarsi andare totalmente e farsi guidare nel loro modo di vedere, di vivere e sentire le cose.
(Barbara Boriotti e Giampiero Remondini)
NOTIZIE FLASH
Anche quest’anno Il Gabbiano apre il Carnevale di Baggio e vi invita sabato 13 febbraio alle ore 15.30 in sala Negrini in P .zza S. Apollinare per lo spettacolo teatrale “I tre moschettieri”