Cari amici del Gabbiano,
in questi tempi cosi complessi in cui il mondo come lo conoscevamo sembra essersi fermato, vediamo come il tempo scorra senza curarsene, la primavera è fiorita nei parchi silenziosi e sembra quasi sprecata per quanto l’abbiamo aspettata nel freddo inverno che l’ha preceduta. Come la primavera è arrivata anche la Pasqua, indifferente ai decreti di distanziamento sociale che ci costringono a casa, in quarantena, momento che può essere considerato come una quaresima 2.0, una versione up-grade di ritiro dentro se stessi, nell’attesa di una rinascita. Mi piace pensare a questa rinascita nelle cose più semplici a cui non facciamo più caso, ma che, ciclicamente, rinascono al di là della nostra consapevolezza: la nostra pelle per esempio le cui cellule sono sostituite quotidianamente; i nostri pensieri, che si modificano e si alternano, muoiono e ricompaiono, con una frequenza ancora più alta. Un altro processo di rinascita è quello della fermentazione degli zuccheri dell’uva in alcool, alla base della nascita del vino. Grazie a questo processo di morte di un elemento che rinasce trasformato in un altro, otteniamo simbolicamente il sangue di Cristo. Non so se sia corretta questa comparazione, ma mi piace pensare che la resurrezione sia un processo universale, che riguarda il piccolo come il grande, il dentro come il fuori.
Per questo vi auguro, in questo momento in cui le polarità sono invertite, in cui ci dobbiamo stare “dentro” casa quando vorremmo stare “fuori”, di non perdere l’importanza di questa rinascita, ma anzi, proprio perchè è cosi diversa, così silenziosa, di scoprire con gioia, dentro di noi, nuovi occhi e nuovi modi per sentirci e viverci.
Auguro a tutti una buona Pasqua!
Con affetto
Laura
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