A chi pensiamo quando parliamo di persone con disabilità? Anziani? Adulti? Bambini?
Oggi vogliamo riprendere il tema della disabilità nell’adolescenza, quell’età che sappiamo essere delicata per qualsiasi ragazzo, non di meno se quel ragazzo presenta una disabilità.
L’adolescente è alla ricerca di una sua identità personale che deve essere confermata non più dalla famiglia, ma dal contesto sociale di riferimento. E’ anche il periodo delle scelte importanti, come l’indirizzo di studi da prendere, prima alla scuola superiore e poi all’università.
Per i ragazzi con disabilità intellettiva è fondamentale poter frequentare la scuola e stare con i coetanei. Le ore di sostegno sono sempre più soggette a tagli e per gli alunni che richiedono più assistenza la frequenza purtroppo è possibile solo per un orario ridotto. Ma poi? Cosa succede quando termina il ciclo scolastico?
Sul territorio esistono diversi servizi, dagli SFA (Servizio di Formazione all’Autonomia), orientato verso un possibile sbocco nel mondo del lavoro, ai CSE (Centri Socio Educativi) ai CDD (Centri Diurni Disabili). Questi ultimi due servizi hanno finalità socializzanti e di sviluppo e mantenimento delle autonomie della persona. All’interno dei Centri Diurni vengono accolte persone dai 18 fino ai 65 anni (in genere) di età.
Con il progetto “QuA MI CI gioco”, finanziato qualche anno fa ex L. 285, l’Associazione Il Gabbiano – Noi come gli altri e la Coop. Soc. Cascina Bianca hanno iniziato un percorso con molte famiglie di ragazzi con disabilità. Al termine del finanziamento, alcune di queste famiglie hanno deciso di mettersi insieme per proseguire il lavoro intrapreso. L’obiettivo è dare una risposta a questi ragazzi che tenga conto della loro giovane età e che offra flessibilità, consentendo la prosecuzione della frequenza a scuola, ma garantendo alla famiglia una presa in carico nel tempo extrascolastico.
Attualmente la Coop. Cascina Bianca ha attivato per due di questi ragazzi un servizio sperimentale di Centro Diurno part time. I ragazzi possono così continuare a frequentare la scuola insieme ai coetanei e contemporaneamente essere seguiti da un centro con attività educative e socializzanti specificatamente pensate per il loro tipo di disabilità. Questo consente inoltre alle famiglie di recuperare il proprio tempo di vita, lavoro incluso.
Il progetto di queste famiglie va però oltre la risposta ai singoli casi. Come già annunciato su queste pagine, i familiari si sono costituiti in un Comitato Promotore insieme a diverse associazioni (Il Gabbiano, La Comune) e Cooperative Sociali (Cascina Bianca, Azione Solidale, Spazio Aperto, Fraternità e Amicizia) che afferiscono al Polo Ovest della disabilità.
Il Comitato ha realizzato un progetto, denominato “Fantastikids”, che intende realizzare un Centro Diurno rivolto a giovani fino ai 25 anni, flessibile e aperto al territorio con attività anche nel week end. Attualmente abbiamo aperto un dialogo con il Settore Disabilità dell’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Milano, individuando una possibile sede di proprietà comunale in zona 7.
Prosegue ora il lavoro di sensibilizzazione e coinvolgimento delle istituzioni, anche a livello economico, perché questo il “sogno” di queste famiglie possa trovare una realizzazione e acquisire sostenibilità nel tempo.
(Federica Calza)